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MADDALONI- E’ arrivato il primo stop: il Giudice di Pace di Maddaloni ha bloccato il comune e la Sogert nella riscossione coattiva di massa per i «contribuenti morosi recidivi» a colpi di pignoramenti sui conti correnti o presso terzi. Sgombriamo il campo dagli equivoci: la prima sentenza non azzera o dichiara prescritte le pretese creditizie. Ma gli atti, notificati a valanga, sono da riscrivere. Quindi, sono sono annullabili. La giustizia di prossimità ora prova a mettere ordine nel cumulo di atti tutti finalizzati al recupero di cinque milioni di euro, sottratti al fisco locale, sotto forma di evasione storica (Imu, ex Ici, Tari, ruolo acqua) cioè di cartelle esattoriali (addirittura risalenti al 2008) oggetto di contenziosi o procedure di sollecito e messa in mora mai archiviate. Il giudice onorario Alfonso Di Nuzzo ha fermato gli accertamenti esecutivi, perché illegittimi e che non dovevano essere recapitati. Tecnicamente, centinaia di atti sono nulli perché «recapitati ai destinatari nonostante gli effetti del decreto milleproroghe», che convertito in legge il 26 febbraio scorso, ha spostato a partire dal primo marzo fino al 28 febbraio 2022 gli atti di notifica. In concreto, si dovrebbe ripartire da zero. Ma è solo l’inizio perché il fronte delle contestazioni è molto variegato. Ci sono obiezioni sulla mancanza di documentazioni originaria, per la riscossione di crediti già saldati per errato accertamento. E molto altro ancora. E’ solo la prima battaglia. Al momento, nel rispetto delle direttive governative, sono stati sospesi gli atti di pignoramenti sui conti correnti e tutte le procedure di riscossione coattiva, fino al 28 febbraio a cui si aggiungerà un probabile slittamento dei termini esecutivi al 30 aprile per effetto di ulteriore proroga del governo Draghi.

Redazione