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MADDALONI- Non è solo una questione di emulazione. C’è un «rischio ponte» sul territorio, oggetto di una serie di contenziosi e denunce, che è di strettissima, anzi cogente e forte attualità. Non per aggiungere gratuito allarmismo, in un momento molto triste per la comunità nazionale, ma per dare una risposta risolutiva alla questione «Ponte Vapore», manufatto costruito dalla truppe alleate per scavalcare i binari della Napoli-Caserta. Dopo la denuncia e le segnalazioni del «Comitato civico Abc», Rfi ha chiesto alla Provincia di Caserta e al Comune di Maddaloni interventi urgenti. Così, dopo 75 anni di servizio, è stato disposto il «divieto di transito, permanente e comunque fino al ristabilimento delle condizioni di sicurezza, in entrambi i sensi di marcia, ai veicoli con massa a pieno carico superiore ai 50 quintali». Quindi i tecnici di Rfi, le consulenze tecniche d’ufficio, comune e provincia sono d’accordo: il ponte presenta serie segnali di usura. Ma messe a posto le carte, con il solito piglio da burocrazia ottusa, non è in campo nessuna soluzione praticabile. E proprio oggi, che è in discussione l’ammodernamento (tra Comune e Rfi) infrastrutturale della linea ferroviaria sul territorio, che la questione di sostituzione del ponte deve essere posta con forza e con massima attenzione. Anche perché, diciamo la verità, nonostante i divieti i bisonti della strada continuano tranquillamente a transitare e anche ad incrociarsi sul ponte malandato. Ironia della sorte sono proprio i protagonisti della trasgressione quotidiani che oggi guidano la protesta per infrastrutture più sicure. Stiamo parlando delle associazioni degli autotrasportatori. Una cura intensiva di multe potrebbe essere salutare. Ma sarebbe un rimedio. Invece, serve una soluzione. «Anche perché la struttura –spiega Fabrizio Crisci, presidente del Comitato- è staticamente inadeguata perché costruita durante il periodo bellico. Non è stata mai potenziata. E’ gravemente danneggiata e lesionata. Siamo stati costretti a rivolgerci ad un legale di parte affinché finisse il balletto di responsabilità, tra Provincia e Comune. Riconosciuti i pericoli ignorati ed evitati possibili disastri resta il problema della vigilanza». Ma la questione è ben più antica. Già l’ex sindaco Antonio Cerreto, nel 2011 contestualmente al contenzioso sull’inadeguatezza di via Cancello ingaggiato con la Provincia, dimostrò (con il supporto dei Ctu) che «proprio sul ponte bisognava intervenire d’urgenza». «La prevenzione –spiega l’avvocato Cerreto- è una condizione necessaria e obbligatoria: fu rilevato, visto il sistema fessurale presente e la vetustà della struttura, che il passaggio congiunto di convogli ferroviari e autotreni innesca vibrazioni che possono portare: primo ad amplificare i danni strutturali; secondo: aggravare i anni fino alla possibilità di crollo. Non si può rimandare all’infinito questa vicenda magari per rispolverala e ricostruirla in occasione di una tragedia». La mobilitazione è necessaria. «Visto che si sta discutendo di ammodernamento della linea –insiste Cerreto- e di opere di compensazione, non si può non partire da un manufatto tra i più antichi e inadeguati esistenti sul territorio, concepito per collegare una ex arteria secondaria oggi diventata snodo fondamentale del traffico interprovinciale».

bocchetti