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10.12.2020, ore 00.30, in Prato, militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri congiuntamente a quelli del Nucleo Operativo E Radiomobile della locale Compagnia Carabinieri  arrestavano per “detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti aggravata” un 32enne albanese di Valona, con precedenti specifici di polizia e sua moglie 22enne albanese di Ballsh  domiciliati a Prato poiche’, all’antecedenti ore 20.30 del 09.12.2020, sottoposti a perquisizione domiciliare, venivano trovati in possesso di kg. 25 di “hashish”, suddivisi in panetti da gr. 100, gr. 528 di “marijuana” raccolti in una busta di cellophane e kg 4,117 di “cocaina” pressati in 12 pacchetti di diverse dimensioni ed il tutto, che avevano occultato nell’armadio della camera da letto, e’ stato sequestrato, repertato e sara’ depositato presso l’ufficio corpi di reato del locale tribunale.
il valore dello stupefacente e’ stimato in € 460.850.
Dopo l’arresto, l’uomo e’ stato associato alla casa circondariale di Prato, la donna tradotta presso la sua abitazione in regime d’arresti domiciliari entrambi a disposizione del P.M. di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Prato per la richiesta di convalida dell’arresto che sara’ seguita da applicazione di musure cautelari nei confronti dei due.
Le investigazioni sono state effettuate con i tradizionali metodi d’osservazione. ormai da tempo gli investigatori si erano accorti che tra’ la comunita’ albanese di Chiesanuova di Prato, vi era una giovane coppia di disoccupati, con un figlio di 3 mesi, che faceva vita agiata. la sera del 09.12.2020, con il pretesto d’un controllo covid-19, i due venivano fermati e controllati a bordo d’una Mercedes Classe “A” quasi di fronte al portone di casa loro. Davano subito segni di nervosismo dicendo d’esser li perche’ recatisi a casa d’amici peccato che sul citofono d’un portone d’ingresso d’un condominio di quella strada vi fossero indicati i cognomi d’entrambi. I coniugi insistevano di non avere le chiavi di casa, cosa vera poiche’ dopo averli perquisiti gli investigatori non le avevano trovate ma alla fine, non potendo negare l’evidenza del fatto che in quel luogo vi fosse ubicata la loro dimora, la donna consegnava le chiavi dell’appartamento che aveva occultate all’interno del pannolino del suo neonato di tre mesi ed entrambi s’arrendevano all’evidenza dei fatti. La droga era gia’ confezionata per essere consegnata o spedita ed ancora una volta questo ingente sequestro dimostra come i trafficanti utilizzino la configurazione territoriale e la struttura logistica che supporta il tessuto produttivo imprenditoriale pratese per alimentare, con gradi numeri, il mercato dello stupefacente dell’italia centrale.       
 

Fonte: carabinieri – sala stampa

Redazione On Line