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MADDALONI/VALLE DI MADDALONI- Ottanta famiglie prigioniere in casa. E poi ancora bar, distributori di benzina, ristoranti, opifici, tutti prigionieri della statale 265 nella tratta vetusta e preistorica tra Valle di Maddaloni e Maddaloni. L’Anas, come in precedenza la Provincia di Caserta, ha eretto un “muro di tre chilometri”. Per tre chilometri, da Maddaloni all’abitato di Valle di Maddaloni, vietate tutte le immissioni dirette, e a raso, alle aree residenziali. In concreto, chi vive, abita e lavora a Maddaloni Superiore, a San Salvatore, in località Calvarino, lungo il rettilineo dall’acquedotto Carolino fino a Valle, non più svoltare a sinistra, cambiare carreggiata o corsia. Insomma se diretti verso i Ponti, auto, trattatori, camion, Tir e betoniere per percorrono l’arteria devono raggiungere Valle di Maddaloni per poi girare a sinistra. In senso contrario devono raggiungere i Giardinetti per svoltare. Una situazione paradossale, manifestamente lontana da quello che succede tutti i giorni. Il motivo del divieto è semplice: l’arteria è pericolosa. La soluzione è catastrofica. Invece di adeguare la strada, ampliarla, metterla in sicurezza di impongono solo divieto virtuali non eliminando così i rischi e amplificando i pericoli destinati ad esploder con l’apertura dei cantieri del tunnel ferroviario, sempre tra Maddaloni e Valle di Maddaloni. Su questa gigantesca anomalia stanno lavorando i sindaci  Andrea De Filippo (sindaco di Maddaloni) e Francesco Buzzo (sindaco di Valle di Maddaloni). L’esasperazione ha superato il livello di guardia e cominciano a soffiare venti di rivolta.

Redazione