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Il 25 gennaio scorso l’AMBC ha pubblicato l’ennesimo comunicato contro le proroghe illegittime delle concessioni demaniali marittimehttps://staging.giornalenews.it/archives/87090. E subito dopo- come sempre“il mondo balneare nostrano” ha fatto circolare, per sminuire e confutare quanto da noi sostenuto, una sentenza del Tar che ammetteva tali proroghe. Quattro giorni dopo, il 29 gennaio 2021, la Corte costituzionale(non un Tar qualsiasi) con la sentenza n. 10 ha di nuovo messo un punto fermodichiarando illegittime tali proroghe o rinnovi, ma il “nostro mondo balneare” si è ben guardato-in questo caso– dal far veicolare questa sentenza. L’Alta Corte ha dichiarato l’illegittimità di una norma della regione Calabria contro la quale il Governo (lo stesso che poi strizza l’occhiolino al mondo balneare promettendo …) aveva proposto ricorso alla Consulta. Della sentenza ci limitiamo a riportare un breve passaggio, rinviando ad una sua attenta e corretta lettura (invito rivolto soprattutto agli stessi beneficiari che si illudono o vengono illusi che tutto possa continuare come sempre): “La nuova ipotesi del rinnovo delle concessioni già esistenti-scrive la Corte– finisce così per essere sottratta alle procedure a evidenza pubblica conformi ai principi, comunitari e statali, di tutela della concorrenza stabiliti per le ipotesi di rilascio di nuove concessioni, e per consentire de facto la mera prosecuzione dei rapporti concessori già in essere, con un effetto di proroga sostanzialmente automatica- o comunque sottratta alla disciplina concorrenziale- in favore dei precedenti titolari …”. Qui la sentenza della Corte Costituzionale: http://www.regioni.it/news/2021/01/31/demanio-marittimo-regione-calabria-sentenza-n-102021-corte-costituzionale-627528/. Quanto alle recenti, incaute e illegittime iniziative comunali del “padrone del mare” ci limitiamo-per ora– a sottolineare che l’azione di governo e d’amministrazione è e resta di esclusiva iniziativa del Comune, che non deve mai agire “à la carte” ma deve agire sempre sulla base di una pubblica programmazione e decisione, nella massima trasparenza ed esclusivamente nell’interesse generale, stabilendo tempi e modalità della propria azione. Validi per tutti. Non può essere attivata sulla base delle esigenze di parte, foss’anche una “parte importante”. Avviare una procedura ad evidenza pubblica solo a seguito di un’istanza di parte (puntuale anche nell’individuare il pezzo di spiaggia che si vuole, oltre al parcheggio ed altro …) equivale ad agire “sotto dettatura” o “a comando”, oltre a creare evidentissime difficoltà ad altri eventuali soggetti interessati e a minare i principi della libera concorrenza e delle pari opportunità. Nel “nostro mondoprima si delibera/determina cosa fare, come e perché, poisi fanno gli avvisi pubblici e si stabiliscono le regole, i tempi e le modalità e poi si invitano gli interessati (tutti) a partecipare! Il “padrone del mare” sta facendo (o gli stanno facendo fare) “casini a pacchi”. Fermiamo tutto e rimettiamo tutto nella corretta procedura di legge. Prima che sia troppo tardi. Chiudiamo con una riflessione “marginale”. Notiamo che intorno a qualche nostra presa di posizione-come per esempio quella sull’Avviso ANCIFermenti in Comune”-si sviluppa comunque un minimo di dibattito,mentre su altre- come questa delle concessioni balneari– tutti tacciono. “Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti” (Fabrizio De André, Canzone del Maggio).

Redazione