00 4 min 5 anni

MADDALONI- Dal Puc dei ritardi al Puc dei misteri. Dalle linee guide preliminari pubblicate sul sito fossile del Comune al preliminare integrato del redattore non pubblicato sullo pseudo-sito del Comune. E’ la storia infinita. Eppure dal 23 marzo scorso (giorno in cui il redattore e l’Ufficio di Piano hanno cominciato a confrontarsi) sembrava che la svolta fosse vicina. In concreto e ad onor del vero la svolta c’è stata: il redattore, acquisendo gli indirizzi deliberati quasi all’unanimità dell’Ufficio di Piano, ha integrato le tavole e il lavoro prodotto. E consegnandole, di fatto, ha sancito la nascita del Puc: quello nuovo targato De Filippo. Ma le sorprese non sono finite: ci si aspettava la pubblicazione delle stesse, o almeno la pubblicazione, sempre sul fossile web del Comune. E invece l’attesa è stata tremendamente delusa. Così, invece di avviare, la virtuosa fase del confronto che deve finalmente portare all’adozione e poi all’approvazione (e diciamo che dopo 10 anni sarebbe arrivato pure il momento) bisogna ancora aspettare. Senza remore e senza falsi pudori, va rilevato che serpeggia una certa delusione e insofferenza tra i tecnici locali e tutti quelli che hanno contribuito a licenziare le nuove linee guida. Fatte le proposte, sarebbe scontato verificare la restituzione grafica e avviare il confronto. Invece no, bisogna aspettare. Non si sa chi e non si sa perchè, visto che gli elaborati sono stati consegnati in questa settimana che è giunta al termine. Sarà per la settimana prossima? E sul mitico sito del comune (che merita un posto nel museo dei siti istituzionali) compariranno le nuove tavole? Cresce l’attesa e pure il nervosismo.

Così, approfittando del black out di comunicazione, il vuoto lo riempiamo noi. Ripubblicando i principali nodi o le differenti visioni emerse (in sede di Ufficio di Piano) sull’assetto strategico del territorio tra il redattore (al lavoro da 10 anni) e l’Ufficio di Piano.

  1. E’ condivisa l’idea che la direttrice Maddaloni-Santa Maria a Vico diventi area sempre più commerciale. Ma il redattore ha messo in guardia sulle ricadute di un unico polo attrattore che impoverirebbe il centro storico già afflitto dalla “alta mortalità commerciale”;
  2. Emerge, nel seno dell’Ufficio di Piano, una divergenza di segno opposto sulla “Cittadella della Cultura” attigua all’area del Palazzetto dello Sport. A parti rovesciate, nel centro storico già esistono contenitori prestigiosi (da destinare alle attività educative-formative). Prevedere altri spazi significa accelerare l’impoverimento in corso sempre del centro storico;
  3. Questione pedemontana. Ipotizzata una riformulazione del precedente tracciato (che ha già scatenato resistenze per i vincoli ambientali e architettonici). Allora spunta l’ipotesi di utilizzo della linea ferroviaria Caserta-Foggia (dopo la dismissione) che cozza con quella della creazione di una pista ciclabile già messa in campo;
  4. Tutta da costruire l’area servizi in via Campolongo (ex area Face Standard). Oltre alle idee manca un confronto programmatico con Caserta e i pianificatori del nascente Policlinico
  5. Discorso analogo sul Parco urbano che verrà che a breve si darà gli organi gestionali e insedierà il suo Ufficio di Piano. Lo stesso vale per la destinazione finale delle aree di cava che necessitano di ricomposizione ambientale e messa in sicurezza che ancora non c’è.
Redazione