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La ricreazione estiva è finita. Cala il sipario pure su il «Puc in casa Cupiello», cioè la «recita a soggetto» delle schegge superstiti delle macchine politiche che si sono cimentate nel compitino: «Il Puc, teoria e pratica». Copia e incolla dei programmi elettorali, triti e ritriti, dell’ultima campagna elettorale. Tante liste di buoni propositi che richiamano alla memoria la «litania di Tommasino» che bontà sua, ogni Natale, prometteva: «Cara madre, mi voglio cambiare». E i Nostri, dimentichi di tutte le anomalie amministrative e sulla gestione degli appalti collegati al Puc, hanno promesso: «Cara Maddaloni, ti voglio urbanisticamente cambiare». E noi, insieme a papà Lucariello alias Eduardo, ripetiamo in coro: «Chest’  ‘o dicimme ogni anno!». Per la precisione: lo ripetiamo ogni campagna elettorale. Ma per fortuna, se c’è chi gioca su facebook c’è chi, norme alla mano e a volto scoperto, ha impugnato le leggi. La storia si ripete; come è avvenuto nel settembre 2016, si è rimesso in moto il movimento contro l’approvazione del «piano preliminare del Puc in assenza del Consiglio Comunale». E come è già accaduto con l’ex commissario straordinario Samuele De Lucia è più che scontato che anche il successore Benedetto Basile, secondo legge, dichiarerà la propria non «competenza in materia urbanistica». E archivierà il caso. Ma la petizione argomentata, che riportiamo integralmente, questa volta va oltre. A quasi dieci anni, dall’affidamento dell’incarico al redattore, si chiede per la prima volta di «controllare se l’incarico affidato nel lontano 2008 legittimi, in assenza di dettami vincolanti, i progettisti a presentare un progetto preliminare con compensi annessi».
 


bocchetti