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MADDALONI- Non c’è elezione che si rispetti dove tutti hanno vinto qualche cosa. Ma non è proprio così. Vediamo chi ha vinto e chi ha perso a Maddaloni. Il primo flop è quella della Lega a sostegno di Gianpiero Zinzi. Numeri e non parole: raccolti poco più di 800 voti. Un disastro perchè quelli attesi erano almeno tre volte tanti. Non portati a casa nemmeno meno della metà di quelli possibili. Possibili, e sotto molti aspetti anche doverosi, perchè era schierata una larga fetta degli amministratori dell’attuale giunta (D’Alessandro e Lerro), un fetta importante di consiglieri comunali (Carfora, Magliocca, Marone; De Rosa) ma soprattutto i zinziani della prima ora, amici e sostenitori, che a Maddaloni sono stati sempre molto numerosi. Il risultato è stato oggettivamente troppo al di sotto delle aspettative.

Superflop anche per il Movimento Cinque Stelle: 583 voti. E’ stata una campagna elettorale a luci spente: nessun candidato ha sfiorato il territorio tra i tantissimi tour elettorali; nessuna manifestazione e scarsa mobilitazione. E il risultato si è visto. C’è un abisso tra i consensi plebiscitari delle ultime politiche e l’irrilevanza alle regionali. Un segnale evidente, se mai ce ne fosse stato bisogno, dello scarso radicamento del movimento sul territorio, una patologia politica presente dappertutto. La solita parola d’ordine radicamento ripetuta all’indomani di tutte le elezioni regionali tenute fino ad oggi e all’indomani di ogni risultato elettorale non soddisfacente. Insomma, visti i numeri, bisognerebbe passare dalla predica alla pratica. Se ne parlerà nei prossimi stati generali?

Poi c’è il caso Fratelli d’Italia che avanza, nell’ambito della sconfitta generale del centrodestra. E’ inutile nasconderselo c’era in atto una conta elettorale interna: da una parte Piscitelli e dall’altra Cangiano. In questa, corsa si è ritagliato un posto di primo piano Gigi Bove, che da sempre impegnato 365 giorni all’anno in campagna elettorale, ha avuto un ruolo significativo sfidando alcuni dissensi con i suoi collaboratori più stretti. Ma in questa singolar tenzone elettorale, va rilevata la convergenza parallela con la consigliera Gaetana Crisci, l’uno contro l’altra armati nel civico consesso. Prove tecniche di disgelo e di avvicinamento dopo le regionali?

Bene molo bene Italia Viva e Vincenzo Santangelo. Forse è inutile parlare di chi ha saputo interpretare al meglio, e anche con una mobilitazione trasversale e ben oltre la logica dell’appartenenza, l’esigenza di un territorio che, da anni, soffre di un vuoti di rappresentanza istituzionale. Ci sarà molto da lavorare.

Positivo anche il risultato portato a casa da Peppe Razzano. Forse, visti i risultati della coalizione, c’era qualche aspettativa in più. Eppure quella di Razzano, in chiave politica e non elettorale, è un conferma di un peso politico non irrilevante nel quadro politico locale. Una conferma della forza sul territorio già sperimentata con la lista Città di Idee.

Infine, Il Pd che ha portato consensi a candidati esterni e scelto di non sostenere una candidatura di prospettiva locale. Adesso, senza segretario e in attesa del congresso cittadino, la politica post urne riparte proprio dal Pd.

Redazione