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MADDALONI- (di Antonio Del Monaco*) Il 23 settembre del 1985, a Napoli, la Camorra uccide Giancarlo Siani, cronista del quotidiano “il Mattino”, con 10 colpi alla testa di calibro 7.65, mentre, al volante della sua Citroën Mehari di colore verde, rientrava nella sua casa nel quartiere dell’Arenella. L’agguato avvenne alle 20:50 circa, quando Giancarlo era quasi sotto casa. A sparare una squadra di almeno due assassini.

Il giovane cronista aveva compiuto da pochi giorni 26 anni, ma si era guadagnato la condanna a morte per aver illuminato i rapporti tra cosche e politica nella Campania della ricostruzione post-terremoto dell’Irpinia.

Giancarlo Siani è ricordato ancora oggi per il suo coraggio, la sua determinazione, l’amore per il territorio: non ha mai abbassato la testa e, nonostante sapesse del rischio che correva, ha continuato a scrivere, nero su bianco, la verità.

Ed oggi, mentre commemoriamo quel sacrificio di 35 anni fa, sappiamo che Zagaria, uno dei boss del clan dei Casalesi, il male che la nostra terra martoriata ha conosciuto, la stessa terra per cui si batteva Giancarlo, è tornato dietro le sbarre, dove è giusto che sia.

Non dimentichiamo il bene.

Non dimentichiamo il male.

  • Deputato del Movimento Cinque Stelle
Redazione