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MADDALONI- Sono giorni difficili. Sono giorni di imbarazzo e sono giorni di silenzio. Quando scende in campo la magistratura, si muove la Procura della Repubblica ed è tempo di carte bollate, per incanto, diventa contagiosa la “voglia di non parlare”. Religioso silenzio sull’udienza che deciderà dei destini del Villaggio dei ragazzi. Ci affidiamo ai testimoni.

Avvocato Franco D’Angelo, lei che ha partecipato all’udienza in videoconferenza, a che punto siamo?

Pragmaticamente, il commissario giudiziale Roberto Tizzano ha chiesto l’ «apertura del procedimento di revoca dell’ammissione al concordato» (art. 173 delle legge fallimentare). Facciamola breve, se il collegio dei giudici riterrà di avvalersi del 173 sarà dichiarato il fallimento e assisteremo al ricorso inevitabile. D’Altra parte, le ragioni e le controdeduzioni del Villaggio sono sostenute egregiamente dai legali di parte. In questa fase nulla si può più aggiungere. Da avvocato, mi auguro che il concordato passi. Il mio è un approccio utilitaristico: così il mio assistito sarò adeguatamente ristorato.

Così parlò l’avvocato. Ma da ex sindaco come spiega il silenzio dei politici locali da decenni in servizio permanente effettivo. E’ normale?

Effettivamente non è normale. Ai miei tempi, quelli della vituperatissima Prima Repubblica, dei partiti come la Dc, Pci, Psi e altri, un evento del genere avrebbe scatenato un terremoto. Ma allora c’erano i partiti e dentro gli attivisti. Adesso, ci sono qualche eletto e gruppuscoli elettorali che cambiano simboli, partiti e appartenenze di continuo.

Insisto: ma è normale assistere ad un consiglio comunale che si azzuffa, e giustamente, su tutto (rifiuti, erbacce, defecazioni canili) e poi tace di fronte ad un fatto che coinvolge un pezzo della storia cittadina?

E’ normale perchè non si vuole vedere. Si deve tacere e si deve parlare sottovoce e dietro le quinte. Sa quanti, dietro in privato parlano e sparlano, ma negherebbero tutto in pubblico? E’ dal 2014, ma anche da prima, che qualsiasi voce di dissenso è stata ferocemente avversata da tutti coloro che si sono alternati in consiglio comunale. I critici, gli scettici, i sinceramente preoccupati erano bollati come “nemici del Villaggio”. Potrei produrre una minuziosa documentazione che non risparmia nessun sindaco e nessun consigliere comunale degli ultimi 20 anni. Ma non divaghiamo: è inutile parlare con chi scappa. Questi sono argomenti da politica di altri tempi e retrograda. Adesso, avere spirito critico, documentarsi e coltivare la memoria è una bestemmia. Ora nessuno vuole ricordare. I Villaggio è stato sempre un comodo carro su cui sono saliti tutti gli avventori di turno. E questa è la verità.

La politica locale ha responsabilità grosse come un macigno?

Altrochè. Ma adesso contano i numeri non più le opinioni. Siamo al cospetto di 33 milioni di debiti, di una lunga lista di creditori, di somme importanti non versate anche al comune. Non mi risulta che, fino ad oggi, qualcuno abbia mosso rilievi formali. Che altro aggiungere? Dico solo che dal 2016 ad oggi la Regione ha erogato circa 12 milioni di euro che, divisi tra i circa 200 alunni,, fanno 15 mila euro pro capite. Costa più uno studente al Villaggio che uno della Bocconi e della Luiss. Numeri e non opinioni. Durante il lockdown sono stati percepiti i soldi della Regione pure quelli della Cassa integrazione. Numeri e non parole. Pure il campo estivo è gestito con i soldi del comune ma non con un bando comunale. Quando c’eravamo noi, i puzzoni della Prima Repubblica, era il comune che faceva il bando. Mi chiedo: ma perchè le scuole dei Salesiani a Caserta, che hanno una platea scolastica quadrupla non dovevo godere dei medesimi benefici regionali e comunali?

Senta, visto che i nostri articoli sono copiati e incollati, da chi la sera partecipa ai direttivi dei partiti e la mattina recita il ruolo di informatore, crede che pure la sua intervista sarà copiata incollata?

Non credo perchè disturba chi frequenta i partiti locali e quindi gli aspiranti Emilio Fede o le Lilli Gruber in salsa maddalonese.

Redazione