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Ma quale rimpasto e controrimpasto? La sedia non si tocca. Toccateci tutto, dite pure di noi quello che vi pare ma lasciate stare la cadrega. E no, non se ne parla nemmeno. Eppure, il rimpasto amministrativo era stato annunciato (luglio 2018), programmato (allo scadere del secondo anno di mandato) e confermato (all’inizio del 2020). E ora gli assessori in carica e i gruppi consiliari sono delle sfingi: sguardo impenetrabile, pensieri inaccessibili. espressioni enigmatiche. Insomma, fanno finta di niente. Hic manebimus optime, come ci insegna il sindaco latinista De Filippo. Stiamo tanto bene qui, che nessuno si azzarda a fare la prima mossa. Pure il sindaco, che confermando la scadenza del rimpasto, fa sapere che è una competenza dei gruppi consiliari. Insomma, passa la palla. E se il sindaco passa, il gruppi consiliari fuggono. Insomma, tocca sollevare la questione a coloro (se mai ce ne fossero) che si sentono sottorappresentati o non adeguatamente rappresentati. E qui viene il bello. Se fosse una partita di poker c’è chi ha rinunciato da tempo a vedere o dare le nuove carte. Sono serviti quelli di Riscossa Maddaloni, che dopo una campagna elettorale estenuante ad agitare lo Spadone di Alberto da Giussano, sono serviti: due assessorati e una delega del sindaco. Insomma, per i “Polentoni di Corso I Ottobre” va bene così. Maddaloni nel Cuore ovvero l’appendice politica i De Filippo non ha problemi con la succursale De Filippo Sindaco. Idem il duo Enzo Lerro e il consigliere De Rosa. E pure “Giggino” Bove, alle prese con qualche dissapore interno, non ha intenzione di sloggiare. La sensazione è che il sindaco democristiano De Filippo, artista della politica dei due forni, sembra che abbia smesso di cuocere a legna l’impasto amministrativo e che sia passato al congelatore. Rimpasto o non rimpasto? La sfinge consiliare, per il momento, non risponde…


Redazione