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In data odierna, all’esito di una indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Santa
Maria Capua Vetere, i Carabinieri della Stazione di Marcianise hanno dato esecuzione
all’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del
Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di dine persone indagate, R.G. (ci. 74) e
R.G. (ci. 99), ritenuti responsabili del reato concorso in tentato omicidio (artt. 110, 56 e 575
C.P.).
L’attività d’indagine trae origine da un incidente stradale, apparentemente accidentale,
avvenuto a Capodrise in via Retella, che ha visto coinvolto un giovane, B.F.J., a bordo di un
motociclo.
Sin dagli accertamenti effettuati nell’immediatezza e dalle prime risultanze investigative
emergevano alcune anomalie nella dinamica del sinistro, in conseguenza del quale il giovane
conducente riportava lesioni molto gravi, tanto da versare per qualche giorno in stato di coma
farmacologico.
Ebbene, risvegliatosi dal coma, il ragazzo riferiva ai congiunti prima ed ai militari operanti
poi, che la dinamica del sinistro stradale che lo aveva visto coinvolto era tutt’altro che accidentale,
essendo, per contro, riconducibile ad un’azione dolosa degli indagati, con i quali, poco prima
aveva avuto una lite in Caserta, in seguito alla quale i predetti, a bordo di un’autovettura,
speronavano il motoveicolo a bordo del quale viaggiava la persona offesa.
In particolare, la vittima riferiva che nella serata tra il 20 ed il 21 Ottobre 2018 si trovava
insieme ad alcuni suoi amici per trascorrere la serata in Piazza Dante del Comune di Caserta,
luogo solitamente molto affollato e ritrovo dei giovani casertani.
Mentre stava consumando una bevanda in un bar, la sua attenzione veniva attirata da una
rissa innescatasi poco distante da lui, durante la quale uno dei suoi amici era stato ferito con un
pugno al volto da uno degli indagati.

Il giovane prendendo le sue difese si scagliava contro l’aggressore del suo amico e
colpendolo al capo con una bottiglia. Accortosi tuttavia di essere in minoranza, in quanto in loco
era presente anche l’altro indagato, padre del primo, che aveva assunto fin da subito un contegno
minaccioso e vendicativo nei confronti del ragazzo, si dava alla ruga a bordo del suo motociclo per
timore di azioni ritorsive.
Ebbene, la versione dei fatti riferita dal ragazzo, appena si era svegliato dal coma, è stata
riscontrata dalle ulteriori risultanze investigative emerse grazie ali’espletamento di diverse attività
di indagine, consistite nell’escussione di numerose persone informate sui fatti, nell’acquisizione
delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza installati nei pressi dei luoghi in cui si
sono verificati i fatti per cui si procede, nonché nelle attività di intercettazione ambientale.
Previa richiesta della Procura della Repubblica, l’Ufficio GIP presso questo Tribunale
applicava, quindi, ad entrambi gli indagati la misura cautelare della custodia in carcere in ordine al
delitto di tentato omicidio, avendo riconosciuto la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza –
avendo gli stessi, dapprima, inseguito a forte velocità la vittima che viaggiava a bordo del
motoveicolo, intimandogli più volte di fermarsi per “fare i conti”, per poi speronarlo e facendolo
così rovinare a terra, dove lo lasciavano riverso in gravi condizioni, senza prestargli soccorso -,
nonché alla sussistenza di esigenze cautelari.

bocchetti