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MADDALONI- La Regione ha sbloccato i primi fondi per la ricostruzione della vecchia casa comunale. Sono disponibili 250 mila euro subito per la riapertura dei cantieri, prima parte di circa 700 mila euro di finanziamento residuo. E’ la fine della paralisi che prima è stata legata a provvedimenti a carico delle imprese, poi giudiziaria e infine economica. A ben sette anni dal crollo durante la fase di abbattimento, a cinque dal totale abbandono del cantiere e ad uno dalla sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha fatto luce sulle responsabilità del crollo, c’è la svolta. Da questo mese, per l’iter per la riapertura del cantiere. Fissiamo i punti fermi. Primo, archiviate del tutto tutte le ipotesi alternative. Non fattibile l’abbattimento (pena la restituzione di tutti i finanziamenti) . Non fattibile la costruzione di una grande piazza. E’ fattibile invece il completamento. Insomma, ci sono dei punti fermi che contribuiscono a fare chiarezza una volta per tutte. Altra certezza, ci sarà un cambio di destinazione d’uso e ad una riqualificazione funzionale. Sono mutate esigenze logistiche e organizzative dell’ente locale. Con il nuovo progetto sarà salvaguardato l’antico «Sedile dell’Università» (XVI secolo), vincolato dalla Soprintendenza. Dal cambio di destinazione nasce uno stabile ad uso direzionale e tutto quello che manca in città: un’aula consiliare e per le conferenze, il gabinetto del sindaco, gli spazi di tutti i gruppi politici, delle commissioni e dei consiglieri. Ma anche gli uffici amministrativi chiusi al pubblico». Soprattutto, al piano terra, ci sarà la sezione operativa del Comando di Polizia Municipale, moderna e completa, e nei vani interrati l’inesistente autoparco dei vigili. Archiata la stagione dei contenziosi e delle lughe attese, l’attenzione è tutta puntata sulla rimodulazione del progetto e l’apertura del cantiere. Durata dei lavori di completamento fissata in un anno.

Redazione