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MADDALONI- Il consiglio comunale delle discordia: Angelo Tenneriello versus Francesco Capuzzo. Il presidente del civico consesso messo nel mirino dal consigliere fumantino di Maddaloni Positiva. E’ una disfida, molto polemica, tra due amici accumunati dall’insana passione calcistica rubentina o bianconera. Ma di amichevole c’è ben poco in questa storia. Il pomo delle discordia è la mozione sul “baratto amministrativo”, presentata da Tenneriello non è stata inclusa all’ordine del giorno della seduta del 26 settembre. E il pomo è risultato molto indigesto al relatore.

Angelo Tenneriello

Consigliere Tenneriello, ma lei, fa storie ogni volta che c’è la convocazione di un Consiglio comunale. Due sono le alternative: o è un piantagrane o è un perseguitato...

Io sono una persona libera, che pensa con la propria testa e lavora per il proprio territorio, che crede in quello che fa. E proprio per questo non tollero che il mio impegno sia sminuito da atteggiamento istituzionali ostativi. A partire da un presidente del consiglio poco autonomo rispetto ai voleri dell’amministrazione De Filippo.

Si dichiara “prigioniero politico di De Filippo”?

Oltre l’ironia tendente al sarcasmo, vorrei riportare tutti con i piedi per terra: questa amministrazione, sui problemi e le proposte qualificanti, scappa. E se non scappa, si sottrae. La strategia del rinvio e del procrastinare ad oltranza ha stufato. Siamo stati eletti per affrontare, risolvere e discutere dei problemi del territorio e non per rinviare sempre tutto. Tornando al sindaco rispondo con pari ironia: dico che si sente al suo agio nel comandare a bacchetta i “professori di mandolino”. E’ il ruolo ed è il mestiere che più gli si addice. Ma la vita delle istituzioni è un’altra cosa: ci sono ruoli da rispettare e funzioni che non possono essere ignorate.

E se esistesse un problema di regolamento?

E’ l’obiezione che ho contestato apertamente al presidente Capuozzo. Sono stato dalla segretaria e la sua obiezione è davvero senza fondamento alcuno.

E quindi cosa farà?

Farò, mi si passi il termine, bordello. Mi ribello. Non tacerò finchè non sarà ripristinata la piena agibilità delle nostre funzioni di consiglieri comunali.

Anche si appella al Prefetto?

Se fosse necessario, e utile, mi appellerei anche al Papa. Questa storia non può finire così.

Redazione