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MADDALONI- (di Antonio Del Monaco*) Ancora una volta il Governatore della Campania, da buon sceriffo, ha preso una decisione che lascia alquanto perplessi: le scuole devono essere chiuse perché c’è un alto rischio di contagio.

Nelle scuole? In uno dei luoghi più controllati, in cui vige l’attento e scrupoloso adeguamento alle norme vigenti e il grande senso di responsabilità di personale e alunni?

Rabbia e malcontento generale non hanno tardato a manifestarsi.

La scuola doveva essere uno dei pilastri fondamentali per ricominciare, perché lo studio, la cultura, la socializzazione, il confronto e il rapporto umano sono le basi della crescita e del futuro. I nostri ragazzi hanno fortemente bisogno della scuola, non è un concetto astratto!

Il Governo ha stanziato fondi per garantire una più sicura fruizione della didattica: non solo attraverso l’acquisto e l’ausilio delle nuove tecnologie, ma anche con l’introduzione di elementi di arredo moderni, in grado di permettere il distanziamento; anche il trasporto scolastico ne avrebbe beneficiato, garantendo un servizio che avrebbe agevolato le famiglie, evitando pertanto assembramenti nei pressi degli istituti scolastici.

La Campania è stata la Regione ad aver avuto per la scuola più fondi in assoluto e quindi avrebbe potuto (e dovuto) riattivare un sistema più sicuro e ben organizzato.

Dove sono finiti questi soldi? Per cosa sono stati utilizzati se, prima ancora di qualsiasi scelta nazionale in merito, il nostro Governatore ha deciso di chiudere le scuole? Chi o cosa ha avuto dunque priorità nelle sue scelte?

La scuola non doveva passare in secondo piano, non doveva essere messa di nuovo da parte, dopo i sacrifici delle famiglie, dei nostri ragazzi, dei bambini e di tutti quelli che vivono gravi condizioni di disabilità.

Gli aiuti sono arrivati… perché dunque chiudere la scuola? Cosa non ha funzionato? Cosa non è stato fatto?

Più volte, io per primo, ho notato le evidenti difficoltà che si palesavano al di fuori delle mura scolastiche.

Sì, perché il problema non è nella scuola, ma fuori: assembramenti di genitori e ragazzi in attesa di entrare in classe, insufficiente fruizione del trasporto scolastico…sono queste le cose su cui il nostro sceriffo avrebbe dovuto lavorare! Questi i punti deboli da migliorare: più controllo all’esterno degli istituti e incremento del trasporto scolastico pubblico con diverse fasce orarie.

Sarebbe stato più che sufficiente a garantire un responsabile e proficuo inizio dell’anno scolastico.

Le famiglie avrebbero respirato, dopo mesi di lockdown e didattica a distanza, i nostri ragazzi avrebbero potuto riprendere a studiare senza rinunciare al rapporto umano e alla condivisione degli spazi che meritano. Quale migliore occasione? I fondi che la Campania ha ricevuto dove sono finiti, considerando che la somma è maggiore rispetto alle altre regioni? Cosa è stato fatto?

Ed ecco che mentre il Governo cerca di dare stabilità al sistema scolastico, evitando con ogni mezzo una nuova chiusura, lo sceriffo, trova la sua brillante soluzione: scuole chiuse.

Redazione