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Il prossimo 27 ottobre alle ore 17.30, presso la sala consiliare di Vairano Patenora, la
Federazione di Caserta di Sinistra Italiana, in collaborazione con il circolo di Vairano e
Altragricoltura, presenterà alla cittadinanza la presentazione dell’interrogazione parlamentare sullo stato del monumento storico
Il prossimo 27 ottobre alle ore 17.30, presso la sala consiliare di Vairano Patenora, la
Federazione di Caserta di Sinistra Italiana, in collaborazione con il circolo di Vairano e
Altragricoltura, presenterà alla cittadinanza l’interrogazione parlamentare presentata al
Ministro dei Beni Culturali sullo stato dello storico sito di Taverna della Catena.
Sede dell’incontro, 157 anni fa, tra Garibaldi e Vittorio Emanuele, luogo di prigionia fascista
per uno dei più rilevanti intellettuali italiani del novecento, Antonio Gramsci, Taverna della
Catena è un luogo cruciale per la storia italiana che versa da tempo in un generale stato di
abbandono e degrado.
All’incontro parteciperà il Senatore Peppe De Cristofaro, primo firmatario dell’atto di
sindacato ispettivo presentato in Parlamento, Gianpiero Martone, del circolo locale di Sinistra
Italiana, il coordinatore provinciale Antonio Dell’Aquila e Lino Martone, responsabile nazionale
Altragricoltura.
Di seguito, il testo presentato in Parlamento.
Premesso che:
la “Taverna della Catena” è un monumento storico situato nella frazione di Vairano scalo del
comune di Vairano Patenora (Caserta), presso il quale il 26 ottobre 1860 è avvenuto lo storico
incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II, anche se passato alla storia con il
nome di “incontro di Teano”;
tale riconoscimento è avvenuto con atto pubblico di Stato, proprio per l’unicità del luogo e
per la sua straordinaria rilevanza storica, con decreto del 6 aprile 1967 del Ministero della
pubblica istruzione in cui è sancito: “l’edificio sito in Vairano Patenora e denominato “Taverna
Catena” viene dichiarato di interesse particolarmente importante ai sensi dell’art. 2 della
legge n. 1089 del 1939 e quindi sottoposto a tutte le disposizioni di tutela perché elemento dominante del quadro naturale sulla scena del quale si svolse lo storico incontro con cui si
concluse il processo unitario del Risorgimento Nazionale tra Vittorio Emanuele II ed il
generale Giuseppe Garibaldi”;
il bene rappresenta, altresì, un simbolo di identificazione della collettività locale, tanto che lo
stesso Comune, come risulta da svariati documenti, ha avviato un progetto per la
trasformazione dell’immobile in un museo e in un centro di documentazione risorgimentale e
che ha avuto anche l’apprezzamento della Presidenza della Repubblica; simbolo anche di
storia, riflessione e analisi sulla “questione meridionale”, poiché l’edificio, per due giorni, è
stato carcere sofferente di Antonio Gramsci;
oggi, però, uno dei simboli più significativi del periodo risorgimentale versa in un mortificante
e preoccupante stato di abbandono, di degrado e di incuria anche per gli abusi edilizi che ha
dovuto subire, con l’avallo, purtroppo, anche della Soprintendenza per i beni ambientali,
architettonici, artistici e storici per le province di Caserta e Benevento che con la nota prot. n.
21103 del 7 dicembre 1987 ha espresso parere favorevole alla richiesta di sanatoria
presentata per lavori abusivi; tale nota è stata poi giustamente annullata dalla IV sezione del
TAR Campania con sentenza del 12 ottobre 2005 n. 19204/05 Reg. Sent.;
tenuto conto che il complesso monumentale necessita oggi di un adeguato puntellamento e
opere di sostegno e risanamento volte a scongiurare l’imminente quanto fatale crollo delle
strutture interne, laterali e retrostanti,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto e se non ritenga di dovere
intervenire tempestivamente, promuovendo la progettazione di un piano di recupero
complessivo del monumento al fine di restituirlo nel più breve tempo possibile alla collettività,
locale e nazionale;
se non voglia prontamente intervenire, sollecitando la Soprintendenza per i beni ambientali,
architettonici, artistici e storici per le province di Caserta e Benevento, impedendo il
perpetrare della gestione, ad avviso degli interroganti disastrosa, di questo particolare bene
storico italiano, avviando da subito il dovuto confronto con il Comune di Vairano Patenora.
 

bocchetti