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“Si rendano pubblici tutti i dati aggiornati degli eletti”

MADDALONI- Carte e numeri in piazza. Cosa c’è nelle tasche dei consiglieri comunali? E soprattutto quanto versiamo agli eletti? E quanto guadagnano per la loro attività rese alla collettività? A mettere in piazza i suoi “numeri” è il consigliere comunale Angelo Tenneriello fresco di certificazione unica dipendente o Cud.

Consigliere Tenneriello quanto le è fruttato il suo impegno consiliare?

Per la precisione 4 mila e 200 euro lordi che al netto fanno, centesimo più o centesimo meno, 2 mila e 100 euro.

Pochino, visto l’impegni nelle commissioni e la battaglia dialettica permanente con il sindaco De Filippo. O no?

Non mi sono candidato per strappare qualche manciata di euro. Per fortuna, vivo del mio lavoro. E proprio per questo, contrariamente a prassi consolidate, per non pesare sulle casse comunali non partecipo alle commissioni del martedì. Non voglio che il mio datore di lavoro chieda indennizzo al comune. Una pratica, molto abusata in passato.

Ma perchè ha voluto rendere pubblico il Cud?

Vorrei che lo stesso facessero tutti gli altri consiglieri comunali. Stiamo parlando del primo principio della trasparenza ammnistrativa: rendere pubblici i redditi professionali, le proprietà. Per esempio, molti dati forniti sono lacunosi e carenti. Personalmente, ho comunicato alla segreteria comunale anche le variazioni delle mie proprietà. Vorrei sapere se ce ne sono state anche per gli altri consiglieri comunali sotto forma di terreni, immobili o altro. La mia è anche una provocazione.

Provocazione in che senso?

Provocazione perché da sempre questo argomento non è trattato con la dovuta attenzione. Ripeto molti dati sono lacunosi, dall’insediamento di questa consiliatura. Pertanto, chiedo di completarli e anche di aggiornarli visto che sono passati tre anni.

Crede che questo sia il principale problema del consiglio comunale?

E’ uno dei problemi. Non è l’unico: l’altro grande male è la perdita di agibilità democratica; lo svuotamento di qualsivoglia funziona consultiva e forma di dibattito; l’appiattimento assoluto sulle posizioni del sindaco De Filippo e il silenziatore caduto sulla maggioranza quando ha cercato di ritagliarsi un brandello di pensiero e azione politica autonoma. La discussione abortita sulla riscossione coattiva effettuata dalla Sogert ne è un esempio lampante. Ma ne potrei fare molti altri.

Quindi il problema è l’invadenza del sindaco?

No, il problema è la mancanza di autonomia del consiglio comunale rispetto all’azione amministrativa. Ma può essere normale e democratico accettare che De Filippo sia diventato l’alfa e l’oméga di questo consiglio comunale e della maggioranza. Tutto parte e tutto ritorna al mio amico Imperatore Andrea De Filippo è davvero un pò troppo poco.

Redazione