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MADDALONI- (di Elio Bove) Dove vai se la poltrona non ce l’hai? E allora sono tornate le grandi manovre: trattative a mille e politica in fibrillazione. Dietro le quinte della politica locale, succede di tutto e di più, per le imminenti elezioni provinciali. Le elezioni provinciali animeranno le dinamiche politiche, con gli aspiranti candidati alla carica di Consigliere. Già circolano voci sui posizionamenti per assicurarsi un posto in quello che oggi è definito un ente di vasta area. Sembra ieri, ma le modifiche apportate al nuovo sistema di elezioni alla provincia escludono il popolo e tengono nella morsa partiti, movimenti, uomini e poltrone. E’un fatto che interessa solo loro, ostaggi felici di una cooptazione, che favorisceaccordi e fa chiudere la quadra di lecite combine di campagne elettorali recenti e future. Andiamo per ordine e cerchiamo di capire che cosa succede per queste elezioni provinciali. Il primo punto da chiarire è dato dal fatto che i Consiglieri provinciali saranno votati dai Consiglieri Comunali e i candidati sono gli stessi Consiglieri Comunali. Che macello hanno combinato la coppia Del Rio – Renzi. La mancata approvazione della riforma costituzionale, infatti, ha lasciato in sospeso alcune questioni fondamentali, ma non ha cancellato quello che l’ex ministro Del Rio ha voluto per le province. I consigli provinciali, quindi, sono eletti e composti da Sindaci e Consiglieri Comunali con un sistema elettorale basato sul numero di abitanti dei Comuni da loro rappresentati. Fatto questo dovuto passaggio, è opportuno soffermarsi ai si dice, che viaggiano alla velocità della luce. Si dice che i candidati siano: Alessandra Vigliotti, Angelo Tenneriello, Nunzio Sferragatta e Russo Michele. Ottimi candidati e degni rappresentanti per ricoprire la carica di Consigliere provinciale. Ma c’è un piccolo problemino. Al netto di candidature e aspirazioni dell’ultimo minuto, al rimorchio di ticket e alleanze in prospettiva elezioni regionali, se la memoria non ci inganna Maddaloni dovrebbe esprimerne solo tre. Qui iniziano i problemi. Anzi il tormentone: troppi aspiranti per poche poltrone. Ma il bello deve venire. Che ruolo svolgeranno quelli che a seguire si candideranno alle regionali? Avranno potere  di veto? Favoriranno chi potrà, sul medio termine, essere sicuro e mansueto portatore di consensi? Molte cose potranno e dovranno accadere. Una cosa è certa: il teatrino della politica ha riaperto i battenti. E, a dispetto dell’apparente clima di paralisi estiva, la mobilitazione (avviata da diverse settimane) è già a livelli altissimi.

Redazione