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MADDALONI- Dal progetto virtuale a quello reale. Due milioni di euro per passare alla progettazione della nuova casa di comunità. Dopo i contatti informali, tra Ferdinando Russo (manager dell’Asl) e Andrea De Filippo, arriva la prima risposta per il «consolidamento e potenziata mento della rete dei servizi sanitari sul territorio».

Sindaco anche la casa di comunità diventa formalmente una realtà?

In attesa, di superare lo stato di emergenza (termine ultimo 31 marzo) per poter intavolare altri discorsi sulla sanità territoriale e ospedaliera, c’è una prima risposta al «ripristino, potenziamento e rilancio dei servizi sanitari territoriali». Tra l’altro, serve disperatamente una sede da affiancare a tutti i servizi ambulatoriali gerarchicamente riconducibili all’assistenza territoriale del distretto sanitario 13 che, allocato in un condominio, non è affatto in grado di erogare, al meglio né i servizi ambulatoriali ordinari e tantomeno quelli destinati ai pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minori o per la «riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica».

C’è il finanziamento e anche il terreno?

In attesa, del completamento dell’iter definitivo per la realizzazione della struttura, ci sono i fondi (circa due milioni di euro) e pure il terreno (di proprietà comunale) per la costruzione ex novo per la costruzione di una nuova sede operativa, diversa o aggiuntiva a quella attuale di via Caudina, che abbia i abbia i «requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi, per l’ausilio integrato all’ assistenza dei medici di base, e dare risposte ai tanti pazienti con patologie croniche o minori oggi senza servizi adeguati».

Dove sorgerà?

L’anello mancante, tra la medicina di base e i servizi ospedalieri, sorgerà in via Campolongo, a poche centinaia di metri in linea d’aria dall’attuale Covid Hospital, nascerà di fatto quello che si configura come una risposta alla grave carenza nei livelli essenziali della medicina territoriale.

A proposito di medicina territoriale, manca ancora la sede per il SerD (servizio delle dipendenze)?

Infatti, il 30 per cento degli utenti in carico,  provenienti da a   Maddaloni, S,Felice a Cancello, Santa Maria a Vico, Arienzo, Cervino e Valle di Maddaloni, hanno smesso di sottoporsi a politiche i riduzione del rischio, controllo e terapie contro le dipendenze presso la struttura casertana di via Feudo San Martino. In attesa di una struttura nuova, che potrebbe risolvere definitivamente il problema, sono stati fatti moltissimi sopralluoghi per trovare soluzioni immediate per utenti diventati invisibili e che hanno il diritto ad una sede e ad un’assistenza territoriale adeguata. Incalzeremo l’Asl su questo problema.

Visto da vicino come funzionerà il nuovo presidio?

E’ una struttura tutta nuova pensata su misura per i «pazienti ospitati necessitano di assistenza infermieristica continuativa e assistenza medica programmata». Per questa, il comune concede il terreno e garantisce procedure autorizzative celeri. Ma la struttura, che è a metà strada tra la cura domiciliare e il ricovero ospedaliero, non è una alternativa alla futura riconversione del Covid Hospital per il quale, visti i progetti approvati e gli appalti in corso, è previsto (in linea con le direttive regionali e gli ammodernamenti finanziati) un nuovo Pronto Soccorso e nuovi servizi. Tutto in un numero: i posti letto saranno portati a 112 rispetto ai 60 dell’era pre-Covid. Avviate le gare per i lavori e le attrezzature per il terzo piano, già per metà ristrutturato (appena 12 mesi fa) in tempi record per l’emergenza sanitaria in corso. Approvato anche il progetto definitivo per la costruzione del nuovo Pronto Soccorso da 3 milioni e 200 mila euro. La struttura sarà costruita al posto dell’attuale terrapieno adiacente la Radiologia e servirà anche per separare l’area di accesso urgente e accettazione dalla palazzina delle degenze.

L’area interessata dai nuovi servizi sanitari territoriali
Redazione