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Liberata dalla cancellata anche la fontana dei Tritoni. Attesa l’installazione di una nuova pensilina. Il presidente De Luca ha annunciato un impegno per la riqualificazione degli immobili

MADDALONI- Si comincia, lentamente, a ristrutturare gli immobili del Villaggio dei Ragazzi. In quasi 10 anni di crisi finanziaria, nessuno intervento di ristrutturazione o di manutenzione ordinaria è stato fatto. Il risultato è il grave degrado di molte strutture. Si prova ad invertire la rotta. Si è cominciato a coibentare i tetti con il rifacimento delle protezioni di asfalto. Poi, sono state avviate le manutenzioni interne. Ora, è stata eliminata la tettoia esterna che era diventata cadente, pericolosa e a rischio crollo. L’impatto visivo è significativo: tolta la ferraglia, è emerso un cortile come era in origine prima della ristrutturazione aggiuntiva voluta da don Salvatore. La tettoia sarà ripristinata con materiale più moderno, sicuro e leggero. Anche la fontana dei Tritoni, posta la centro del cortile di quella che fu la prima grande piazza cittadina, ha riconquistato nuovo splendore. Rimossa la cancellata di protezione. E’ l’inizio di un lungo percorso come il risanamento finanziario avviato dopo l’omologa del concordato preventivo. La ripresa della gestione ordinaria è stata accelerata dalla recente sentenza della sezione fallimentare del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha sbloccato il «riparto parziale dei fondi per i creditori». Davvero un nuovo inizio. Ora c’è una nuova sfida annunciata personalmente dal presidente della Regione Vincenzo De Luca: «L’avvio di un nuovo impegno per la ristrutturazione immobiliare dell’ex palazzo ducale, dei locali che furono della Nunziatella e della caserma Bixio che attualmente ospitano il Villaggio».  Ma tutti questi progetti hanno bisogno di risorse. Così, quella che sembra una storia di progetti locali, è legata, a doppio filo, con il blocco dei fondi di coesione e sviluppo. «Tecnicamente –ha spiegato De Luca- da oltre un anno e mezzo, i fondi sono fermi. Abbiamo perso tre anni: il risultato è che  tutto il comparto regionale della cultura (con i suoi 12 mila addetti), il settore della formazione  e molto altro ancora, aspettano l’epilogo di questa vicenda infinita. Si tratta di risorse, umane e professionali preziose per lo sviluppo dei territori. E proprio per questo la Campania avrebbe dovuto essere la prima regione ad essere ammessa a siglare gli accordi con il governo».

Redazione