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SANTA MARIA CAPUA VETERE – Nella mattinata odierna, i militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Caserta e della Compagnia dei Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, unitamente al personale di Polizia Giudiziaria del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, hanno eseguito 52 ordinanze applicative di misure cautelari personali nei confronti di altrettante persone in servizio presso diversi uffici del Dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria della Campania, principalmente presso la Casa Circondariale “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere. I Pubblici Uficiali sono gravemente indiziati dei delitti di concorso in molteplici torture pluriaggravate ai danni di numerosi detenuti, maltrattamenti pluriaggravati, lesioni personali pluriaggravate, falso in atto pubblico (anche per induzione) aggravato, calunnia, favoreggiamento personale, frode processuale e depistaggio. In particolare, ferma restando la presunzione di innocenza degli indagati fino ad una sentenza irrevocabile di condanna, sono state disposte ed eseguite, in data odierna:

  • 8 misure cautelari applicative della custodia in carcere nei riguardi di un Ispettore Coordinatore del Reparto Nilo e di 7 assistentiagenti della polizia penitenziaria, tutti in servizio presso la casa circondariale di S.M.C.V.;
  • 18 misure cautelari applicative degli arresti domiciliari nei confronti del Comandante del Nucleo Operativo Traduzioni e Piantonamenti del Centro Penitenziario di Napoli Secondigliano/Comandante del “Gruppo di Supporto agli interventi”, del Comandante Dirigente pro tempore della Polizia Penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere, della Commissaria Capo Responsabile del Reparto Nilo del medesimo istituto, di un sostituto commissario, di tre ispettori Coordinatori Sorveglianza Generale presso l’istituto e di 11 assistenti/agenti della polizia penitenziaria, sempre in servizio presso la Casa Circondariale di S.M.C.V;
  • 3 misure cautelari coercitive dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza nei riguardi di tre ispettori della polizia penitenziaria, tutti in servizio presso la casa circondariale di S.M.C.V;
  • 23 misure cautelari interdittive della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio rispettivamente rivestito, per un periodo diversificato, tra i 5 ai 9 mesi, nei confronti della comandante del Nucleo Investigativo Centrale della polizia penitenziaria, Nucleo Regionale di Napoli, del Provveditore Regionale per la Campania, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria nonché n. 21 Assistenti/Agenti della Polizia Penitenziaria, per la quasi totalità in servizio presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere.

Le indagini erano originate dagli eventi del 6 aprile 2020, successivi a delle manifestazioni di protesta di alcuni detenuti ristretti presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, avvenute il 9 marzo ed il 5 aprile 2020, episodi che rappresentano l’antecedente rilevante alle violenze operate il successivo 6 aprile. In particolare il 9 marzo 2020, presso l’Istituto carcerario sammaritano, un gruppo di circa 160 detenuti del Reparto “Tevere” – diverso đa quello ove poi si consumeranno le violenze del 6 aprile -dopo aver fruito dell’orario di passeggio, rifiutava di far rientro rifiutava di far rientro nel Reparto, protestando per la restrizione dei colloqui personali imposta dalle misure di contenimento del contagio COVID 19, senza che peraltro si verificassero tangibili danni a strutture o forme di violenza, in assenza di denunce sul punto. Il 5 aprile 2020, seguiva poi una ulteriore protesta, operata da un numero imprecisato di detenuti del Reparto Nilo ed attuata mediante un barricamento delle persone ivi ristrette, motivata dalle preoccupazioni insorte alla notizia del pericolo di contagio conseguente alla positività di un detenuto al virus COVID-19. L’iniziativa rientrava nella tarda serata anche mediante l’opera di mediazione e persuasione attuata dal personale di Polizia Penitenziaria del carcere. All’esito della seconda protesta, nella giornata del 6 aprile 2020, veniva organizzata una perquisizione straordinaria, generalizzata, nei confronti della quasi totalità dei detenuti ristretti nel Reparto Nilo del carcere di Santa Maria Capua Vetere, intervento operato da circa 283 unità, costituita sia da personale appartenente alla Casa Circondariale di S. Maria Capua Vetere, sia da personale facente parte del “Gruppo di Supporto agli interventi”, Gruppo istituito alle dipendenze del Provveditore Regionale per la Campania. La “perquisizione” veniva attuata nei confronti di circa 292 persone recluse presso la Casa Circondariale.
All’esito della successiva acquisizione delle immagini tratte dall’impianto di video-sorveglianza ritraenti alcune fasi del relativo svolgimento – prova documentale confermata da numerose audizioni delle persone detenute – era conseguentemente contestata l’arbitrarietà delle perquisizioni, disposte oralmente, emergendo il reale scopo dimostrativo, preventivo e satisfattivo, finalizzato a recuperare il controllo del carcere e appagare presunte aspettative del personale di Polizia Penitenziaria (dalle chat tratte dai dispositivi smartphone, poi sequestrati, emergeva la reale causale, ossia dare il segnale minimo per riprendersi l’istituto e motivare il personale dando un segnale forte), essendosi conseguentemente utilizzato un atto di perquisizione . La perquisizione risultava, di fatto, eseguita senza alcuna intenzione di ricercare strumenti atti all’offesa ovvero altri oggetti non detenibili, ma, per la quasi totalità dei casi, le immagini della video sorveglianza rendevano un realtà caratterizzata dalla consumazione massificata di condotte violente, degradanti ed inumane, contrarie alla dignità ed al pudore delle persone recluse.ale di S. Maria Capua Vetere, detenuti allocati nel Reparto Nilo.

Redazione On Line