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MADDALONI- (di Elio Bove) Il Termovalorizzatore di Acerra a partire dal prossimo mese di settembre sospenderebbe l’attività per circa un mese per consentire la manutenzione della turbina, la cui ultima manutenzione risale al 2013. Le conseguenze della prevista chiusura, potrebbero causare un ritardo sul raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata programmato dalla Regione Campania e sul trattamento delle frazioni differenziate. Intanto si riaccende la polemica sulla realizzazione di impianti, che faccia fare un passo in avanti la Campania nelle politiche di gestione dei rifiuti. Un unico termovalorizzatore, quello di Acerra, non è più sufficiente, perché le situazioni di emergenza e di non chiusura corretta del ciclo dei rifiuti favorisce situazioni ben note in cui l’illegalità trova terreno fertile. In Campania si producono ogni anno 703 mila tonnellate di umido e se ne lavorano più o meno 70 mila. Il resto viene esportato. Il Presidente De Luca però è stato chiaro sulla decisione di non fare altri termovalorizzatori, per puntare decisamente sugli impianti di compostaggio di trattamento rifiuti a freddo e intervenire sulla raccolta differenziata. Purtroppo il conto che viene pagato dalle famiglie rimane alto, perché lo smaltimento fuori regione continua senza soste. Inoltrec’è ancora da risolvere le inadempienze alle direttive europee in tema di rifiuti: venti milioni di euro di multa e 120 mila euro per ogni giorno che grava sulla Campania per il numero insufficiente di impianti per il trattamento dei rifiuti. Un’emergenza che va avanti ormai da decenni e che ciclicamente ricade sulle spalle di tutti a suon di tasse. Il quadro che viene fuori non è dei migliori: la Regione ha difficoltà a trovare acquirenti persino per lo smaltimento delle ecoballe. Che fare? Nel frattempo i rifiuti non smaltibili continuano a prendere fuoco e si spera che nel prossimo autunno non si debba ricorrere ad un pallottoliere speciale per contarne altri.

Redazione