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MADDALONI- Come cancellare una vergogna davvero imbarazzante. Il crollo della casa comunale, a sei anni esatti dallo schianto, è forse la vicenda simbolo dell’indaguatezza tecnico, giuridica e finanziaria del comune di Maddaloni. Adesso, è stato censito che sono disponibili circa 700 mila euro per la sua ricostruzione. Nulla si muove perché si attendono le conclusioni dell’accertamento tecnico preventivo (Atp) in atto sulle cause del cedimento, ordinato dalla sezione civile del Tribunale di S.Maria C.V. (giudice Spezzaferri). Chiuso il capitolo giudiziario, si apre la questione su che fare dopo. Ne parliamo con Mario barbato, già animatore del comitato dei commercianti di Corso I Ottobre e relatore di una proposta risolutiva.
Insomma dopo sei anni sconcertanti, esiste una terza via alternativa all’abbattimento del rustico esistente e al completamento intregrale dell’opera?
Esattamente. Si tratta della più elementare delle valutazioni. Ma prima è doverosa una premessa.
Prego…
Il tempo è scaduto. Ripeto: “Big Ben ha detto stop”: L’attendismo ad oltranza, il rimando di ogni decisione e soprattutto affidare ai tempi bilici della magistratura contenziosi creati dalla politica è una strada che non si può più percorrere.
Insomma, è arrivato il momento di decedere cosa fare?
Certamente. Il sindaco Andrea De Filippo, la maggioranza e soprattutto l’intero Consiglio Comunale sono chiamati a fare quello che non si è mai fatto: decidere quale intervento porre in essere. Senza aspettare le decisioni della magistratura comunque imminenti. Aggiungo di più: tutte le forze sociali, i giovani laureati maddalonesi che vogliono dare un contributo di idee risolutivo si mobilitino.
Quale è la sua idea?
Un progetto in economia: tutelato il municipio storico, con annesso sedile dell’Università XVII secolo, se ne propone la demolizione della soprelevazione di fine ottocento. La restante parte in cemento armato cioè l’attuale rustico non deve e non può essere demolita (salvo restituire i finanziamenti).
Pertanto, può essere sottoposta ad una rimodulazione del progetto originario.
Tipo?
Un cambio di destinazione d’uso con allocazione dell’aula consiliare (che l’ente locale non ha) che possa funzionare da sala conferenza adeguata inesistente, da agorà coperta. Il secondo piano, pervio adeguamento leggero strutturale, può essere chiuso con una copertura leggera.
E tutto il resto?
Per tutto il resto ci sono i soldi per il completamento del progetto originario. Si può fare presto e si può fare bene. Ha fatto bene il sindaco a riacquisire parte dell’ex Convento degli Oblati. Ma credo che bisogni razionalizzare bene la distribuzione degli uffici. Ormai l’ex biblioteca è destinata ad accogliere uffici aperti all’utenza e realizzare un vero Comando di Polizia Municipale.
E nell’ex convento degli Oblati?
Realizzare quello che non abbiamo come minialloggi temporanei per anziani e giovani coppie in difficoltà.

bocchetti