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Bloccata dall’acqua anche un’ambulanza

SAN FELICE A CANCELLO – Dal cielo è piovuta una quantità indefinibile di pioggia; per strada un fiume in piena di acqua che non riusciva più a trovare sbocco. Via Polvica, Piazza Castra Marcelli, il sottopasso di via Maddaloni, criticità storiche mai risolte, che oggi hanno fatto rivivere scene antiche e problemi irrisolti.

Piazza Castra Marcelli in un allagamento di anni fa

E se il sindaco Giovanni Ferrara si dice «rammaricato in prima persona di quanto accaduto nella giornata odierna a seguito della bomba d’acqua», come scrive sulla sua pagina ufficiale, i cittadini non ci stanno più.

Anche perché nell’ora di piena, erano soli in strada; e da soli si sono industriati ad aprire i tombini delle strade per far defluire l’acqua. Le immagini qui raccolte in galleria parlano chiaro: via ferrovia era talmente piena d’acqua da sommergere addirittura i marciapiedi.

«È inconcepibile che debbano essere i cittadini a scendere in strada per sbloccare i tombini – dichiara Luigi Izzo, uno dei primi a scendere in piazza per liberare i tombini – Ci hanno gentilmente concesso di ottenere un nuovo manto stradale (dopo che le abitazioni hanno subito enormi sollecitazioni per via del traffico di mezzi pesanti), ma sono stati così generosi con l’ asfalto da ricoprire per metà le grate, bloccandole. Di mezzi di soccorso, nemmeno l’ombra. Basterebbe una costante manutenzione ordinaria, che allo stato attuale è inesistente».

«Come succede ormai da anni, sono i cittadini a risolvere i problemi che affliggono la frazione di Cancello Scalo – commenta Emiliano Izzo, noto esercente anch’egli adoperatosi quest’oggi -. Alla prima pioggia si allaga tutto e ad avere la peggio sono le abitazioni (spesso di persone anziane) e i locali commerciali a pian terreno. Acqua ovunque e totale assenza di intervento da parte delle autorità competenti. Auto e camion in coda che non hanno arrestato la loro corsa, finendo per creare maggiori difficoltà ai privati cittadini che cercavano di sollevare le grate, bloccate dall’asfalto del manto stradale appena rifatto».

«Non si può parlare di cambiamento se non si inizia prima da alcune cose semplici come pulire dei tombini – commentano in coro altri due operatori di Cancello accorsi subito dopo l’allargamento, Nicola Gagliardi e Giovanni Biondo -. Su questa cosa già si parla da molti anni perché non è la prima volta che capita, già è successo tante volte e come sempre chi ha un negozio deve munirsi di stivali e di ombrello e uscire per strada e iniziare a pulire i tombini, la pulizia è di competenza del comune perché commercianti e cittadini pagano le tasse per mantenere le strade pulite. Oggi è successo di giorno ma le altre volte quando è successo i commercianti si dovevano alzare di notte e scendere per strada e pulire i tombini. Oggi come sempre il sindaco, l’amministrazione comunale, vigili urbani e la protezione civile non hanno soccorso nessuno. Però il Comune pretende le tasse senza dare un servizio. Egregio sindaco ci rivolgiamo anche a lei che in questa condizione doveva essere il primo a soccorrere i commercianti e cittadini; ora almeno un aiuto può darlo inviare degli spazzini a pulire i tombini che non vengono puliti da anni».

Perfino un’ambulanza non ha potuto proseguire il suo importante percorso, dovendo sostare in strada finché l’acqua non è defluita.

«Ho chiesto più volte agli organi sovracomunali dei fondi per la manutenzione degli alvei – ha concluso Ferrara – Sono stati spesi milioni di euro dopo le frane del ‘98 e la situazione è la seguente: pochi minuti di pioggia e la città diventa sott’acqua. Chiederò di essere ricevuto in Regione al più presto. San Felice a Cancello paga un prezzo altissimo con una città abbandonata dalla politica regionale. Da soli impiegheremo il doppio del tempo necessario per rialzarci. Da primo cittadino chiedo SCUSA per quanto accaduto».

Scuse importanti e fondamentali, ma non più sufficienti dopo anni ed anni di allagamenti. Il problema idrogeologico di Cancello Scalo e di Polvica necessita di una risposta immediata.

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Le istanze agli organi sovracomunali sono necessarie e vanno ribadite con forza, ma l’ordinaria manutenzione non può più essere trascurata, come la chiusura del sottopasso purtroppo periodica dimostra. La sua chiusura si ripercuote su tutte le arterie secondarie che non possono sopportare il traffico ordinario. È la vivibilità di un intero paese a subirne le conseguenze.

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Redazione On Line