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La nostra Costituzione, all’art. 36, dichiara che: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Un articolo che al pari di altri resta purtroppo ancora oggi sostanzialmente sulla carta: l’Italia, come è possibile leggere nel rapporto OCSE, “è il Paese che ha registrato il calo dei salari reali più forte tra le principali economie”. Infatti, alla fine del 2022, i salari reali nella penisola erano calati del 7,5% rispetto al periodo precedente la pandemia contro una media Ocse del 2,2%. Anche nel nostro territorio è sempre più diffuso un “lavoro povero”, che sfrutta e umilia tanti lavoratori, soprattutto giovani e persone immigrate.

Una risposta potrebbe essere senz’altro il salario minimo legale, che è già una realtà in 22 Paesi europei su 27, dove ha dimostrato di contribuire all’aumento degli stipendi dei lavoratori che venivano pagati di meno.  Se applicato in Italia il salario minimo farebbe aumentare di 804 euro in media le retribuzioni di 3,6 milioni di lavoratrici e lavoratori. Ad oggi però la proposta di legge del Partito democratico, del Movimento 5 Stelle e di Sinistra italiana e Verdi sul salario minimo – per responsabilità delle Destre al comando del Paese– appare una lontana chimera e con essa la possibilità di garantire che tutti i lavoratori abbiano un reddito dignitoso e di contribuire di conseguenza a creare una società più equa e inclusiva (Potere al Popolo e Unione popolare hanno presentato in tal senso una proposta di legge d’iniziativa popolare).  Anche la Cassazione con una recente sentenza (27711/2023) ha sancito il diritto del lavoratore al salario minimo costituzionale, congruo e dignitoso, proporzionale e sufficiente a garantire gli standard minimi di legge.

Da qualche tempo però, sulla scia di una proposta approvata a Livorno nello scorso dicembre, il salario minimo si sta facendo strada in diversi comuni: chiunque lavorerà – anche in concessione o appalto – con l’amministrazione comunale dovrà garantire una paga oraria non inferiore a 9 euro. Da ultimo anche il comune di Bacoli del sindaco Josi Gerardo Della Ragione ha approvato una proposta in tal senso. Sindaco Della Ragione che era stato ospite di Mondragone Attiva durante la scorsa Campagna elettorale.

Ed è proprio alle amiche e agli amici di Mondragone Attiva e al Consigliere Pizzella che si rivolge l’AMBC chiedendo di presentare una Mozione per l’introduzione del salario minimo di 9 euro l’ora anche per coloro che lavoreranno negli appalti comunali. Una Mozione che affida ai dirigenti e ai Rup i controlli sui contratti indicati nelle procedure di gara e su quelli applicati, con la possibilità di avviare azioni di revoca di appalti e concessioni nei confronti di chi non li rispetterà. Coinvolgendo ovviamente anche società, consorzi ed enti partecipati.

Vogliamo sperare che una tale Mozione venga approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Mondragone e vogliamo auspicare che venga fatta propria da tutti i comuni di Terra di lavoro. Una sua bocciatura da parte del Consiglio comunale di Mondragone sarebbe oltremodo deplorevole, ma comunque utile, se non altro a fare chiarezza sulla matrice politica di chi ci governa.

Redazione