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Non c’è cerimonia (religiosa o civile) che non lo veda in prima fila, impettito come sempre. Non c’è fatto (trascurabile o grave) che accade in città che non lo veda come primo cronista sui social, qualche volta anche precipitosamente, senza aspettare per esempio di sapere come si siano effettivamente svolti gli accadimenti. Ma di idee su come affrontare le gravi emergenze sociali della città, su come intervenire per ridurre e superare le tante sacche di disagio, di sfruttamento, di povertà e d’emarginazione, soprattutto tra i cittadini immigrati, neppure l’ombra. Soltanto qualche giorno fa abbiamo documentato – ancora una volta–   come a Mondragone sia certificato uno dei redditi pro capite più bassi d’Italia.

Nessuno può disconoscere la necessità di un controllo efficace del territorio (per esempio presso i cosiddetti Palazzi Cirio) da parte delle forze dell’ordine, se non altro per evitare che alcune zone urbane diventino “fuorilegge” (piazze di spaccio, luoghi ove si consumano crimini e dove per i cittadini residenti diventa impossibile vivere). Ma abbiamo sempre contestato l’approccio alla sicurezza urbana fatto di “punizioni per educare” e l’idea antipedagogica della rieducazione “forzata del minore”. Il modello securitario è non solo miope, ma è soprattutto dannoso. Ne è l’ennesima prova il cosiddetto “Decreto Caivano” del governo Meloni: il settimo Rapporto di Antigone sulla giustizia minorile e gli Istituti penali per minori ha evidenziato come nei primi mesi del 2024 siano già 500 i minori detenuti, “un numero drammaticamente record nell’ultimo decennio”, stravolgendo l’impianto del codice di procedura penale minorile e di fatto mettendo da parte “una bella storia italiana di de-istituzionalizzazione dei ragazzi e delle ragazze.” E tutto ciò senza alcun risultato tangibile (a parte le violenze del Beccaria), visto che quotidianamente in tante città d’Italia (piccole, medie e grandi) si assiste a risse tra minori e scontri tra bande.

Al contrario, abbiamo sempre pensato che il presidio più efficace che va messo in campo per contrastare l’insicurezza urbana sia quello delle politiche culturali, del welfare e della coesione sociale, poiché quasi sempre è il disagio e l’emarginazione ad alimentarla, soprattutto quando si ha a che fare con l’immigrazione. Domandiamo allora a questo Sindaco in carica da 2 anni (e già vicesindaco per 5 anni con Pacifico e assessore per altri 3 anni e mezzo circa con Cennami): Quali sono i servizi comunali che in tutti questi anni sono stati rivolti alla popolazione migrante? E, innanzitutto, conosci i bisogni sociali della popolazione migrante? Per anni abbiamo insistito sulla priorità assoluta di potenziare (con personale qualificato, con progetti e risorse) l’Area V, quella dei Servizi sociali, dell’Istruzione e della Cultura. Ma domandiamo al Sindaco Lavanga: Si potenzia il Settore scegliendo un istruttore direttivo del comune di Mola di Bari che lavorerà solo per 21 ore da noi (e quindi farà la spola tra la Puglia e Mondragone), promuovendolo funzionario e affidandogli la responsabilità di questa Area? E’ così che si potenzia un settore delicato e strategico? Vi preghiamo di leggere cosa abbiamo scritto appena l’8 aprile scorso su questa questione: https://www.casertanotizie.com/politica/2024/04/08/mondragone-un-comune-di-dipendenti-a-meta/.

L’AMBC 6 anni fa aveva segnalato (soprattutto al sindaco dell’epoca Pacifico, di cui Lavanga era vicesindaco) lo specifico capitolo del quarto rapporto “Agromafie e Caporalato” dell’Osservatorio “Placido Rizzotto” che si occupava di rom bulgari, evidenziando la situazione di Mondragone. Riproponiamo quella segnalazione e vi preghiamo caldamente di leggerla: https://www.pupia.tv/2018/07/canali/politica/mondragone-e-il-caso-rom-ambc-sgominare-la-malavita-che-li-recluta-e-sfrutta/421789. Si tratterebbe ora di chiedere ai tanti partecipanti al Tavolo prefettizio: Cosa è stato fatto in questi 6 anni rispetto a quanto denunciato dall’Osservatorio Placido Rizzotto? E l’AMBC non ha fatto mancare neppure le sollecitazioni in questi anni per superare l’anomalia dei cosiddetti Palazzi Cirio: https://www.appiapolis.it/2020/06/24/__trashed-10/ (vi preghiamo di leggerlo o rileggerlo). Ecco perché come abbiamo scritto nella nostra ultima nota, su queste questioni “abbiamo perso le parole” e ormai anche la speranza che le cose nell’immediato possano cambiare. Anche perché continueremo ad avere a che fare ancora con chi, tra il fantastico castello delle cerimonie e le tante chiacchiere social, ha già dimostrato in oltre un decennio di non essere assolutamente capace di amministrare la città. E le dimissioni, come si sa, richiedono coraggio e dignità.

Non ci stupiscono, infine, le dichiarazioni sui recenti “fatti mondragonesi” dei tanti candidati alle Elezioni Europee. Anche se le riteniamo inutili, visto che a Mondragone il primo partito nelle elezioni dell’8 e 9 giugno prossimi sarà Forza Italia, naturale approdo dell’Amministrazione Lavanga.

Redazione