00 3 min 1 anno

MADDALONI- E’ stata una seduta lampo, quella del consiglio comunale celebratosi ieri pomeriggio. Variazioni di bilancio e soprattutto l’avvio del rifacimento della pubblica illuminazione. Tutto in poco più di 20 minuti. E scoppia l’insoddisfazione. A manifestare l’accusa per la “pochezza del civico consesso ridotto a organo di ratifica degli atti ammnistrativi e nulla più” è il consigliere Angelo Tenneriello di Maddaloni Positiva.

E’ insoddisfatto e anche esterrefatto perchè?

Perché questo civico consesso soffre di una grave forma di eiaculazione amministrativa precoce: nemmeno il tempo di compiere gli atti preliminari ammnistrativi di rito che la seduta di riduce in una semplice alzata di mano. Senza dibattito, senza analisi, senza spiegazioni. Limitarsi ad alzare la mano, alla ratifica, all’atto burocratico, alla presenza senza voce è la quintessenza dello svilimento del ruolo del civico consesso assurto a ruota di scorta della giunta comunale. Mai si era scesi così in basso. Le istituzioni che vanno avanti a colpi di slogan e post sui social. Siamo al vuoto politico spinto, al nulla impastato con il niente. Basta uno starnuto ammnistrativo, un banale atto ammnistrativo, una semplice delibera e giù annunci roboanti. Poi si va in consiglio e si fa scena muta. Stiamo scavando il fondo.

Ma non sempre le sedute del civico consesso devono essere delle sedute fiume…

Certamente, ma non sempre si avvia la sostituzione della pubblica illuminazione con un investimento di nove anni, attraverso l’Enel, puntando alla riqualificazione energetica e alla sostituzione di un impianto che è insufficiente e non si dice una sola parola. L’ultima volta che si sono cambiate le luci in strada è stato oltre 25 anni fa. Sembra normale tacere? Non divulgare tempi, modalità e criteri di un cambiamento così importante visto che si parla tanto di efficientamento energetico?

Si può rovesciare la questione: non è l’amministrazione che impone l’agenda e il civico consesso che si lascia trascinare. O no?

L’una e l’altra cosa. Questo consiglio comunale lascia molto ma molto a desiderare. Forse è il peggiore degli ultimi decenni. Quando si ironizza parlando di “consiglino comunalino” non è poi troppo lontano dal vero. Esiste e persiste un sadomosochismo: um godimento nel lasciarsi calpestare e una piacere compulsivo nel rinunciare alle proprie prerogative.

E come se ne esce?

Seguendo il consiglio che l’indimenticabile Massimo Troisi dà a Robertino: “Robè…tu devi uscire, ti devi salvare, Robè, t’hanno chiuso dint’ ‘a stù museo, tu devi uscire, và mmiezo ‘a strada, tocc ‘e femmene…”. Trodotto: uscite dalla gabbia della pura appartenenza. Uscite, andate in strada parlate fatevi contaminare dalla gente e toccate i problemi del territorio. Non restate nel museo degli incontri con i soliti consiglieri regionali di turno, degli uffici privati, dei brindisi e delle cene fatti con i soliti noti o riesumando vecchi rottami della politica locale.

Redazione