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MADDALONI- Vi sono delle aree del territorio che, per la loro collocazione, sono disgraziatissime. Sono state e continuano ad essere utilizzate come discarica. Facili da raggiungere, ma poco centrali. Piene di spazi dove occultare i rifiuti ma purtroppo ancora non vigilate con telecamere o fototrappole. Una di questa è via Pardo. Ma in parte, lo stesso accade (sebbene in tono nettamente minore) anche in via de Carlucci e in generale in via Feudo. E’ sempre la solita storia: se su via Cucciarella vigilano le telecamere e le fototrappole allora lo scarico di mobilio dismesso, seggiolini di automobili, materassi, carte, cartoni, elettrodomestici esausti, materiale di risulta per l’edilizia e rifiuti solidi urbani (tanti anzi tantissimi) si è spostato verso le strade interne dove è possibile esercitare il diritto alla pirateria ambientale. Questa è in sintesi, la storia di via Pardo e la via Crucis quotidiana dei residenti bersagliati dall’altrui monnezza. Lo squallore indicibile è aggravato anche dalle erbacce incolte e rigogliose che hanno inghiottito i rifiuti abbandonati e che ora nascondono quelli appena sversati. Così, i soliti “sversatori ignoti”, capaci di agire sempre e solo nell’ombra e a danno di persone inermi, continuano ad esercitare la loro violenza ambientale e privata. E così in via Pardo si vive male. E sarà sempre peggio perchè, grazie anche alla bella stagione, in zona si aggirano ratti giganteschi. Vere pantegane o più comunemente zoccole che pascolano da padrone nel quartiere. La logica sconvolgente è sempre la stessa: io mi libero del rifiuto abbandonandolo nelle periferie e il problema dello smaltimento è degli altri. A me i vantaggi e agli atri i disagi. Ancora una storia di ordinaria prevaricazione e violenza urbana.

Redazione