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Ciò che colpisce è vedere come i principali “trasgressori” delle misure restrittive imposte dalla zona rossa siano gli anziani, i soggetti maggiormente a rischio contagio. Non mancano i “furbetti del bar”

A Maddaloni ci sono più automobili che cittadini. Motivo per cui, quando lo scorso 8 marzo è scattata la zona rossa in Campania, la poca presenza di vetture circolanti ha fatto presumere la disponibilità al rispetto di quanto deciso dal Ministro della Salute Roberto Speranza. Tuttavia, per dovere – ma anche un po’ per malizia – si è deciso di andare oltre la superficie di quanto osservato, scavando fino in fondo. Il primo aspetto che salta agli occhi è constatare come ancora non si è ben capito in che modo indossare la mascherina. C’è chi la porta sotto il mento, chi ci si copre solo la bocca o chi non la indossa proprio. Il premio va però a colui che, non si sa per quale motivo, la portava in fronte: è probabile che il primo caldo che anticipa la primavera possa dare alla testa. Perché dunque non usarla come protezione?

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In realtà ciò che colpisce è vedere come i principali “trasgressori” delle misure restrittive imposte dalla zona rossa siano gli anziani, i soggetti che sono maggiormente esposti al rischio di contrarre il Covid. Non avendo cantieri da osservare con le braccia dietro la schiena, preferiscono popolare il cuore di Maddaloni, la piazza e dintorni. C’è chi discute della Serie A, chi chiacchiera amabilmente sotto gli alberi di pesco in fiore o chi, nostalgico, discute al di fuori di uno dei tanti circoli presenti sul territorio. Non mancano poi i “furbetti del bar“, coloro che fingono di aspettare il proprio turno per asportare il caffè e invece si intrattengono all’esterno, fumandosi una meritata sigaretta. Né manca chi si ritrova negli abituali luoghi d’incontro, come se nulla fosse. Tra questi anche gruppetti di ragazzi, ormai senza scuola da circa un anno. Manca invece è il controllo: rari, rarissimi, quasi assenti i posti di blocco o i pattugliamenti. Ma questa è cosa nota.

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Luigi Ottobre