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Eseguita la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro dei beni per oltre un milione di euro, proposta dal questore di Reggio Emilia e confermata dal Tribunale di Bologna, nei confronti di un imprenditore edile, originario di Crotone, ma residente da tempo a Reggio Emilia. Il sequestro riguarda nove immobili, terreni, ditte operanti nel settore dell’edilizia, conti correnti e autovetture. L’applicazione della misura di prevenzione è la conseguenza dall’attività operativa svolta dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di finanza a seguito della conclusione, sei anni fa, dell’operazione “Aemilia”, contro la cosca di ‘Ndrangheta operante nella Regione. Le inchieste giudiziarie avevano dimostrato la capacità della cosiddetta ‘Ndrangheta emiliana, oltre che di infiltrarsi nell’economia nazionale ed estera, di operare un sistematico ricorso allo strumento dell’intestazione fittizia dei beni, provento dei reati, per eludere i provvedimenti in materia di sequestri. È in questo contesto che sono state svolte le indagini patrimoniali della Polizia di Stato e della Guardia di finanza che hanno dimostrato come l’imprenditore avesse fittiziamente intestato, a sé stesso a ad altre persone compiacenti, beni riconducibili alla cosca, portando avanti, nell’interesse della ‘Ndrangheta emiliana, anche attività imprenditoriali. Gli investigatori hanno ricostruito 22 anni di vita dell’imprenditore e dei familiari. dimostrando che i redditi percepiti dalle attività lecite, intraprese dallo stesso e dal suo nucleo familiare, non erano in alcun modo sufficienti a giustificare il tenore di vita e le proprietà acquisite nel corso degli anni.
Fonte: Sala Stampa Polizia di Stato

Redazione On Line