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Seduta attesa da cinque mesi. Continua l’accumulo di interrogazioni consiliari non discusse. Tenneriello: “Siamo alla cancellazioni di ogni dignità del civico consesso

MADDALONI- Venti punti all’ordine del giorno dopo quasi mesi di stop. Zero interrogazioni, ancora nel congelatore i tanti regolamenti approvati dalla commissioni e poco tempo per discutere del bilancio. Oltre alla solita lamentela, al silenzio ordinato e disciplinato, che vive al suo interno le sofferenze e i contorcimenti come chi è alle prese con una stitichezza politica ostinata, c’è chi azzarda una analisi lanciando un allarme. “E’ crisi della democrazia e deriva autoritaria“. A parlare è il consigliere comunale Angelo Tenneriello (Maddaloni Positiva).

Ogni seduta del consiglio comunale una polemica. E’ sempre la stessa storia che si ripete?

Nient’affatto. Siamo al cospetto di una crisi della democrazia che investe da tempo la dimensione nazionale, ma anche quella locale. A Maddaloni, siamo affetti da una nuova “variante” del populismo di centrodestra. Centrodestra che è ostile verso qualsivoglia forma deliberativa della democrazia. Ma è possibile accettare una seduta fiume dove non c’è tempo e nè spazio per parlare delle tantissime cose che si dovrebbero dire sul bilancio? Un consiglio comunale trasformato in zerbino della maggioranza con consiglieri trasformati in passacarte e i sostenitori della maggioranza sempre più alle prese con la ginnastica passiva dell’alzata di mano. E’ una deriva inaccettabile.

Un problema di agibilità democratica?

Peggio una patologia. Si chiama populismo che riduce la partecipazione a like su facebook retrocedendo le parti politiche ad opposte tifoserie che nulla hanno da dirsi anche perché non possono più confrontarsi ma solo abbaiare contro.

E’ una patologia che affligge maggioranza ed opposizioni?

Affligge tutti coloro che sono ostili al confronto. E il consiglio comunale dovrebbe essere il luogo di confronto. Invece, è il luogo del silenzio, al massimo di qualche pretoriano civico che si ritaglia qualche minuto di gloria su qualche problematica di quartiere o si spara qualche selfie durante le visite istituzionali. Ma vive e regna serenissimo l’imperatore Andrea De Filippo che tutto travolge sia il pluralismo ideologico o partitico e sia la sana dialettica tra maggioranza e opposizione. Siamo alla “democrazia autoritaria”, illiberale e regressiva.

Democrazia autoritaria, un ossimoro?

No una durissima realtà. E’ autoritario qualsiasi atteggiamento che inibisce interrogazioni, interpellanze e mozioni consiliari e che quindi svilisce il ruolo dei consiglieri comunali. Tutto questo è una deriva autoritaria perché non considera il diritto alla partecipazione attiva e che riduce sempre più lo spazio pubblico.

Un giudizio politico severo che è anche un giudizio severo contro chi non si ribella…

Il tradimento della democrazia si consuma quando tutti gli eletti, di qualsiasi schieramento, non rispettano il mandato elettorale. E il giorno dopo le elezioni cambiano casacca, schieramento e opinione. Ogni riferimento a fatti e personaggi è puramente volontario. Il risultato è disastroso perché cancella ogni forma di democrazia partecipativa e deliberativa.

Redazione