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MADDALONI- Se la maggioranza è silenziosa, le opposizioni non sanno parlare. Se la maggioranza non argomenta, le opposizioni al massimo sibilano o si limitano (salvo eccezioni) alla solita e facilissima lamentela da marciapiede. Dice il sindaco Andrea De Filippo se “la maggioranza versa in uno stato cagionevole allora l’opposizione sta inguaiata”. Giriamo la provocazione iperbolica all’attenzione di Gaetano Correra (coordinatore di Alternativa per Maddaloni).

Gaetano Correra

Voi delle opposizioni state inguaiati?

Usciamo dalla banalizzazioni e dagli slogan. Onestamente, manca il confronto politico su temi decisivi per la città. Questo vale per la maggioranza. E vale purtroppo, e a volte soprattutto, per le opposizioni che, al di là del chiacchiericcio, non vogliono confrontarsi su problematiche di interesse collettivo che trascendono i singoli posizionamenti.

Un 2019 che si chiude con una pagella al di sotto della sufficienza per tutti?

Purtroppo si. I problemi vanno affrontati, conosciuti e bisogna pure prendersi la responsabilità di fare scelte. Lo slogan, il post sui social non costano niente e celano bene il disimpegno e l’ignoranza.

In sintesi, partiti, movimenti e consiglieri comunali non sono all’altezza della complessità dei problemi della città. Ma diamo dei voti all’amministrazione?

Il bilancio politico, ad oltre un anno e mezzo di operato, oggettivamente non può non essere negativo. Moltissime cose dette e ancora molte di più quelle non realizzate. Se a questo si aggiunge una lentezza asfissiante nella realizzazione di qualsivoglia forma di programmazione, il cambio di passo promesso è diventato un sogno. Fatti salvi i buoni propositi, non ci siamo. Con questa amministrazione che si muove con l’agilità e la velocità di un bradipo non fa un figurone nemmeno l’opposizione.

Quindi qual’è l’augurio per il 2020?

Che si trovi spazio e coraggio di parlare esclusivamente o prioritariamente degli interessi della città. E se consentite vorrei, nell’elenco delle priorità, scegliere quelle più cogenti. Sarò didascalico. Ricorrerò ad una lista In modo tale che restino impresse. Sia chiaro ne va del nostro futuro.

A partire?

A partire da un argomento tabù, spesso evitato in maniera bipartisan. Non si può più evitare di parale della questione Interporto, una struttura che impatta sul territorio in modo spaventoso. Ma non esiste altrettanta certezza in termini di vantaggi: primo, continua il ritardo nel pagamento della rata delle conciliazione giudiziale. Ancora una volta dovremmo aspettare gennaio, oltre la scadenza naturale. Il problema è che l’Interporto non paga le tasse. Se le paga, le paga perchè costretto. Ma non sta pagando le tasse dovute per il 2018 e 2019. Insomma, paga quando vuole altrimenti non paga. E’ sostenibile ciò?

E questo è il primo nervo scoperto. E poi?

Ci vuole il coraggio delle scelte rapide. E’ stato deciso di archiviare l’esperienza infausta dei project financing? Se si, bene. Allora, si proceda. Tutta la progettualità prevista non si è avverata? Allora, si rescindano le posizioni.; si trovino accordi sulla gestione dei pannelli fotovolatiti; i terreni ritornino al comune e si proceda, tra l’altro, per altra strada alla costruzione del nuovo campo sportivo. Ma non domani. Subito, immediatamente. Questa amministrazione al rallentatore allunga i suoi giorni di permanenza di carica ma sopravvive a se stessa e dissipa le energia residue del territorio.

Insomma, il male oscuro di Maddaloni è la lentocrazia?

Non è la mancanza del coraggio delle scelte e la strategia del galleggiamento e della sopravvivenza politica. Le strategia di piccolo cabotaggio non funzionano più. Si è deciso di completare la casa comunale (a contenzioso finito, che garantiva il paravento per non decidere) ora di passi all’azione. Vogliamo perdere altri due anni? Si dice che ci sarebbe una interdittiva antimafia. Lo si dica. E si renda pubblica la tempistica degli interventi. Quali tempi servono ancora per chiudere il Puc. Quali tempi ci sono affinchè le opere (contenute nell’accordo con Rfi) si avviino alla fase esecutiva. Che tempi per il Ponte Vapore e di tutte le altre opere annunciate? Se qualcuno pensa che fare atti di indirizzi, sia amministrare è fuori strada. La solita delibera consigliare e aspettare che maturino, se mai accadrà, i tempi esecutivi.

Torniamo ai problemi di maggiore attualità. Parliamo della questione rifiuti…

Non c’è una questione rifiuti ma un caso rifiuti. Abbiamo delle certezze: il capitolato non è rispettato. E questo già è una cosa gravissima gravida di conseguenze. I costi sono esrbitanti, lo standard è bassissimo e la Tari è destinata ad aumentare. Peggio di così non si può. Ma c’è una domanda: i costi di tutti i disagi e disservizi sono addebitati al gestore e in che misura? Sono stati addebitati i costi della mancata raccolta? E in che misura?

E per la questione dei furti in abitazione, che pensate?

Che è sacrosanta la mobilitazione. Mo non così. Si alla riunione in Comune ma per chiedere che, una volta per tutte, si tenga una riunione del Comitato per l’ordine Pubblico e la Sicurezza a Maddaloni.

C’è un’emergenza, in verità mai risolta, del mercato ortofrutticolo. Che ne pensate?

E’ una situazione di emergenza, affrontata con interventi di emergenza che produrranno in soluzioni emergenziali non risolutive. Mi spiego. Il mercato ortofrutticolo, dopo tutti questi anni, resterà una struttura obsoleta e comunque non a norma. E’ cambiato il mondo e il quadro normativo. Per cui, primo serve un nuovo modello di gestione. Se c’è qualcuno (a qualsiasi latitudine politica appartenga) che ancora pensa che si possa rimanere ancorati alla gestione che si ispira al vecchio mercato come si faceva la metà del secolo scorso questo qualcuno è fuori dalla storia. Pertanto nuovo modello di gestione. Se non si ha la possibilità di rifare la struttura, allora va rifondata la direzione: nuove regole; servizi certi e certezza del rispetto del norme e dei pagamenti. Solo così ci sarà il rilancio e la conquista il mercato. Se poi si preferisce un comune che non controlla o è amichevolmente distratto e l’esercente amichevolmente flessibile rispetto delle norme, allora non si va da nessuna parte. A buon intenditore poche parole. O si fa economia competitiva, ma seriamente, o si è fuori mercato.

Redazione