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Procede la singolare impresa dello scolarca dell’Accademia Palasciania, un monumentale bilancio esistenziale (e, nel contempo, omaggio ad una vecchia enciclopedia per bambini) in forma di quindici lezioni-spettacolo costruite ognuna su una diversa lettera del suo nome: il XV festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia «Omnia palco sacra. I “Quindici” di Marco Palasciano».

La puntata n. 9 – «A come Attivismo. Assiologia, dialettica, utopia» – vedrà l’Accademia Palasciania nuovamente in collaborazione con Capua Sacra, tenendosi nella chiesa di San Salvatore a Corte (Capua, via Principi Longobardi 19). L’appuntamento, come sempre a ingresso libero, è per le ore 18.30 di sabato 6 gennaio 2024.

L’evento includerà un simpatico scambio di doni della Befana collettivo: chiunque gradisca partecipare potrà portare da casa uno o più oggetti impacchettati e deporli nel mucchio da cui poi, nell’intervallo di metà lezione, scegliere per sé altrettanti pacchetti a sorpresa. Con l’occasione sarà inoltre proclamato il vincitore del XXXIV Premio dell’Amicarium.

Sarà questo il secondo e ultimo dei due incontri dedicati agli elementi base della filosofia, essendo due i rami in cui essa si articola: la filosofia teoretica (tesa al conoscere) e la filosofia pratica (tesa all’agire). Anche di quest’ultima – così come la prima si ramifica in logica, gnoseologia, ontologia – le branche principali sono tre: l’assiologia (discorso sui valori), che riunisce etica ed estetica; la politica, che si fonda sull’assiologia per progettare la società migliore possibile (al contrario, la pseudo-politica – i cui imbonitori prosperano sulla diseducazione filosofica delle masse – si fonda sull’assenza di valori, nel contempo spacciando per valori grettezza e ipocrisia, poiché non ha altro fine che il dominio); infine la dialettica, dove il filosofo usa la logica in uno con le arti – in ispecie scrittura ed oratoria – per smascherare le altrui fallacie e frodi e dimostrare la validità delle sue idee.

Va da sé che l’utopia perfetta sarà realizzabile solo quando, grazie all’educazione filosofica e alle macchine, l’umana armonia sarà tale da consentire – oltre l’abbattimento di ogni confine tra stati, tra categorie sociali e tra epistemi – l’abolizione del denaro, del mercato, del lavoro alienato e di ogni istituzione giuridica, economica, militare ecc.; sarà forse tra diecimila anni; o forse mai: il che però non deve scoraggiare alcuno dal perseguire i più “alati” ideali, al cui traino progredisce ogni virtù, mentre di certo non ci eleva seguire quelli “zampettanti”.

Al termine della lezione sarà donato a chi più lo desìderi, e dunque più lo meriti, il volume dei «Quindici» di turno: «Come le cose cambiano».

Ricordiamo che per partecipare non vi è necessità di aver seguìto le puntate precedenti, e che il programma completo di «Omnia palco sacra» è consultabile nel blog dell’Accademia.

Redazione