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MADDALONI- E io pago. Sarà un caso. Sarà, molto probabilmente, certamente la sciatteria e la totale avversione alla cura delle cose comuni. Fatto sta che al comune di Maddaloni, la luce o le luci continuano a rimanere accese per tutta la notte. Forse servono per facilitare la videosorveglianza? Assolutamente no. Servono per rafforzare i sistemi di sicurezza, come elementi di dissuasione? No. Serve solo a sprecare danaro pubblico. Con buona pace di Gigi Bove, il vicesindaco che ha firmato raccomandazione per evitare sprechi di energia elettrica e acqua negli uffici comunali è bella e sepolta. Non si riescono a fare le cose più elementari: ad attuare i principi di cura che tutti adoperiamo per le nostre cose e le nostre abitazioni. Non crediamo che i dipendenti comunali lascino luci accesi e rubinetti aperti nelle loro case. Così come certi maddalonesi mica abbandonano i rifiuti nel corridoio di casa. Ma in strada, lo fanno. Si pratica la doppia morale. Curo il personale, distruggo ciò che è pubblico. Difendo la mia parte. Attacco chi non è con noi. Infatti, c’è da chiedersi perché il livello di stima e di rispetto professionale verso i dipendenti comunali, a Maddaloni, è al di sotto del livello di guardia? Certo hanno contribuito le inquietanti disavventure giudiziarie, Certamente hanno un ruolo rilevante i disservizi i cui costi ed effetti vengono scaricati per intero sui cittadini. Ma ben vedere, i dipendenti comunali non sono né migliori e né peggiori dei cittadini maddalonesi: ne sono semplicemente lo specchio. Sono i maddalonesi, con la loro atavica allergia alle regole e amore per l’anarchia in versione istituzionale. Né più e né meno. Perchè tanta avversione? Per una semplice regola psicologica: si è avversi alle parti di se sgradite e sgradevoli quando queste sono viste o riflesse negli altri. E’ quello che il buon Freud chiamava proiezione. I dipendenti comunali siamo noi: stessa sciatteria, stessa scarsa cura, stessa disaffezione alle regole.

bocchetti