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di Elio Bove
Una direttiva dell’Unione Europea rischia di trasformarsi in un fulmine a ciel sereno per milioni di famiglie italiane. Entro il 24 gennaio la Commissione Energia dell’Europarlamento dovrebbe approvare una nuova legge, che sostanzialmente obbliga i
proprietari delle case a ristrutturare gli immobili. Quali? Tutti quelli con classe energetica F e G. Entro l’1 gennaio del 2030, infatti, la classe energetica più bassa per un’abitazione non può essere inferiore alla E. Ed entro l’1 gennaio del 2033, non può risultare inferiore a D. La direttiva è allo studio di Bruxelles da un paio di anni. La direttiva ha l’obiettivo di ridurre l’inquinamento generato dagli edifici, in quanto questi sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas serra nell’Unione Europea e il 75% di essi è inefficiente dal punto di vista energetico. Secondo la Commissione Europea, ridurre queste emissioni è
un passo fondamentale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La revisione della direttiva sulla prestazione energetica degli edifici, fa parte del pacchetto “Fit to 55%” e mira ad adottare politiche più green per l’edilizia in Europa. Tuttavia, questa transizione comporta costi significativi per l’Italia, che ha un parco immobiliare vecchio e una larga diffusione della proprietà immobiliare. In meno di dieci anni si chiede quindi ai proprietari di intervenire sulle loro case e ristrutturarle, senza però adeguate agevolazioni, il costo dell’operazione potrebbe essere elevato e ricadere in modo significativo sui cittadini. Il punto è che il 60% degli immobili residenziali in Italia risulta essere di classe energetica F e G. La classe E è raggiunta generalmente dagli immobili costruiti tra gli anni Ottanta e Novanta. Tuttavia, gran parte delle case nel nostro Paese ha data di costruzione più
vecchia. E molte non sono sottoposte ad interventi di ristrutturazione da decenni. Ad esempio, il passaggio da E a D richiede il taglio delle emissioni di CO2 del 25%, ovvero interventi come il cappotto termico esterno o interno, la sostituzione degli infissi e
l’installazione di una nuova caldaia a condensazione. Tutte opere costose, tant’è che con gli incentivi fiscali di questi anni i governi si sono prefissi proprio di accelerare il tasso di ristrutturazione degli immobili più vetusti.

Redazione