MADDALONI- “Messa in sicurezza ambientale chiavi in mano”. Con lo schema di convenzione, elaborato tra Comune e Regione Campania, è entrato nella complicata e decisiva fase attuativa (finanziaria, amministrativa e progettuale) l’intervento sull’invaso di Cava Monti. La svolta c’è e l’hanno impressa il commissario straordinario Benedetto Basile e prima di lui il predecessore Samuele De Lucia. Non tutti i commissariamenti vengono per nuocere: i funzionari nominati dal Viminale hanno fatto quello che i sindaci non sono riusciti a risolvere il 25 anni di emergenza. In concreto, chiunque sarà il prossimo sindaco si troverà nella condizione ottimale di decidere scegliere sui progetti risolutivi. Sono stati completati finalmente gli atti propedeutici alla «messa in sicurezza della discarica incontrollata contenente 300 mila tonnellate di rifiuti speciali» (dati Procura della Repubblica). Il primo cittadino che verrà dovrà solo mettere in moto la macchina amministrativa appena preparata. Distribuiti compiti e competenze: l’ente locale sarà il «soggetto attuatore» di tutti gli interventi che saranno programmati e realizzati sul sito sottoposto a sequestro dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. La Regione si riserva il ruolo di finanziatore degli interventi per circa 15 milioni di euro. Tutte le gare d’appalto saranno affidate alla Stazione Unica Appaltante (compresa quella in corso per la caratterizzazione fisico-chimica integrativa pari a 250 mila euro). Scelte tecniche, progettazioni e interventi operativi saranno gestiti da Invitalia. La società sarà chiamata ad elaborare tre scenari: tombare (mediante sarcofago) il sito senza sostenere l’oneroso dei rifiuti sepolti; predisporre una rimozione parziale dei rifiuti riutilizzabili; infine, prospettare la molto onerosa la bonifica integrale. Certamente gli accordi da soli non serviranno: ci vorrà una fase di spinta, vigilanza e controllo che di fatto è affidata al prossimo sindaco, alla sua amministrazione e soprattutto la futuro Consiglio Comunale.
