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Luigi Carfora, Presidente di Confimi Industria Campania, ha lanciato un forte appello per affrontare le gravi minacce che incombono sull’industria manifatturiera in Campania.

“Speculazione edilizia e dei terreni ad uso industriale, insieme all’inerzia istituzionale, sono tra le cause principali della crisi che sta affliggendo l’industria manifatturiera in Campania”, ha dichiarato Carfora. “Vaste aree di capannoni abbandonati e ricettacoli dell’immondizia, oltre alla mancanza di suolo industriale per nuove costruzioni, stanno portando alla desertificazione delle zone industriali”.

I dati economici presentati dall’Unioncamere della Campania, nel primo trimestre 2024, evidenziano la sofferenza del settore manifatturiero, con il valore di produzione delle imprese campane attestato a circa 144 miliardi di euro, di cui il 41,5% generato dal valore della produzione viene creato dal comparto del commercio. Da menzionare come le imprese campane di dimensioni “micro”, che ammontano al 79,3% del totale, creano un valore inferiore al valore di produzione delle “grandi” imprese, che rappresentano solo lo 0,5% del totale delle imprese. L’analisi degli indici di bilancio delle società in utile evidenzia come il comparto del Turismo con un ROI dell’8,9% si attesta come settore di punta. Sopra la media si attesta anche il ROI per il settore del Commercio e dei Trasporti (entrambi per l’8,4%)

In sintesi, i dati conducono alla conclusioneche si evidenzia la condizione di difficoltà in cui versa attualmente il settore industriale campano, sottolineando la necessità di interventi mirati per il suo rilancio.

Particolarmente allarmanti sono l’aumento dei fallimenti (+11,3%) e delle cancellazioni di imprese (+1,6%), a fronte di una diminuzione delle entrate in scioglimento (-47%).

“Oltre alla speculazione edilizia, le industrie manufatturiere campane devono affrontare costi per l’energia elettrica e le responsabilità civili assicurative che superano quelli del resto d’Italia, penalizzando ulteriormente la nostra competitività”, ha sottolineato Carfora. “La concorrenza sleale e le pratiche di dumping adottate da alcuni attori nazionali ed internazionali stanno erodendo i margini di profitto delle nostre imprese, mettendo a rischio la loro sopravvivenza”.

Queste minacce, insieme alla burocrazia oppressiva e alla politica creditizia restrittiva, stanno spingendo le imprese campane verso l’emigrazione produttiva. I costi proibitivi dei prezzi dei terreni industriali, che possono raggiungere fino a 1.000/1.200 euro al mq, e i fitti, che per un’attività industriale di piccole dimensioni possono arrivare fino a 30.000 € al mese, contribuiscono a questa fuga industriale verso nazioni che, per attrarre investimenti, concedono i terreni in comodato d’uso gratuito.

“Se non interveniamo con urgenza, il rischio è quello di assistere a un’ulteriore emigrazione di cittadini e imprese, aggravando il fenomeno dello spopolamento che già affligge la nostra regione”, ha avvertito Carfora. “Meno giovani significa meno futuro per la Campania”.

Confimi Industria Campania ha proposto diverse misure concrete per affrontare le sfide economiche e imprenditoriali della regione, tra cui il blocco della speculazione edilizia e dei terreni a costruire con sanzioni esemplari, la semplificazione burocratica, il supporto finanziario e fiscale, nonché l’inclusione di tutte le aree industriali nelle politiche di sviluppo.

“Chiedo un impegno concreto alle istituzioni della Regione Campania, rappresentate dal presidente Vincenzo De Luca e dall’assessore alle Attività Produttive, Lavoro, Demanio e Patrimonio, Antonio Marchiello, per affrontare queste criticità, per il bene delle nostre imprese e della società nel suo insieme”, ha concluso Carfora.

Redazione