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Presentato a Palazzo Reale Antonio Conte, nuovo tecnico della SSC Napoli

Finalmente è Conte Day. Tutti schierati sul palco, dal presidente Aurelio De Laurentiis, al figlio vice Edoardo, con Andrea Chiavelli e Giovanni Manna, per il giorno più atteso da settimane nella città di Napoli e in tutto il mondo azzurro: è la presentazione di Antonio Conte.

Un po’ di emozione c’è – le prime parole del tecnico leccese – , è la prima volta che mi presentano in questa maniera. Vi ringrazio. Ringrazio sicuramente Napoli, perché di solito io, prima di ricevere, do qualcosa. Qui è successo il contrario: tanto entusiasmo, tanto affetto. Ora non mi resta che restituire“.

Tante le domande poste al tecnico azzurro, da cosa si aspetta dalla squadra a quali saranno i punti fermi, fino a toccare alcuni fili scoperti con i protagonisti dello scudetto. Conte non si sottrae.

UN NAPOLI CON LA FACCIA INCAZZATA

Voglio vedere la faccia incazzata – ha dichiarato Conte – perché veniamo da un’annata in cui tante cose non sono andate nel verso giusto. Dovremo trasferire questa voglia di rivalsa nel campo, sotto tutti i punti di vista, a livello calcistico e comportamentale”.

Non si sbilancia, su promesse difficile e impossibili in questa primissima fase. “Quello che posso promettere – dichiara ancora – è serietà, una parola che spesso viene sottovalutata. La serietà nel dare tutto per il Napoli, nel trasmettere la mia cultura a livello lavorativo, quella che è la mia mentalità. Il trasmettere le mie idee calcistiche. L’obiettivo di un allenatore oltre primeggiare è rendere orgogliosi i propri tifosi. Il tifoso deve riconoscersi nella propria squadra, il nostro obiettivo massimo è rendere il tifoso orgoglioso dei propri giocatori, del calcio giocato. Quando si parla di maglia sudata, sapete bene che nel calcio c’è la vittoria e la sconfitta. Ma nella sconfitta non ci deve essere l’attenuante di non aver dato il massimo. Quello che posso promettere è che daremo il massimo, più del massimo perché a volte il massimo non basta“.

DA UOMO DEL SUD, VOGLIO RAPPRESENTARE IL SUD

Parla da uomo del sud che conosce bene il mondo del nord. “Sono nato a Lecce e conservo le mie origini. So cosa significa vivere al Sud e cosa rappresenta per il Sud il calcio. Per me questo è un ritorno a casa, da allenatore di una grande rappresentante del Sud. È una grandissima soddisfazione e un onore tornare al Sud da allenatore“.

Sa anche però che vincere nel calcio al sud è più difficle. “Chi ha tempo non aspetti tempo. Io aspetterei già domani a fare battaglia su tutti i punti di vista. Poi bisogna essere anche realisti: due anni fa si è vinto lo scudetto, ma l’anno scorso si è terminati a 40 punti di distacco dalla squadra che ha vinto il campionato. Decimo posto e fuori dopo 14 anni dalle competizioni europee. Non bisogna pensare che si cambi allenatore e torni tutto facilmente come prima. C’è un grande progetto, secondo me non possiamo competere con le solite note per ingaggi e investimenti, perché parliamo di altre realtà. Però possiamo competere per lavoro, cultura del lavoro, sacrificio. Quando io ho detto ‘Amma faticà’, su questo non deve poterci battere nessuno. Su ingaggi e investimenti ci sono altre realtà. Però con la cultura del lavoro penso che possiamo colmare questo gap, non so in quali tempi ma sapete che non ho tanta pazienza nel fare il comprimario“.

CHI FA PARTE DEL PROGETTO, AL 200% SRANNO GIOCATORI DEL NAPOLI

Non si è sottratto nemmeno alle domande sui calciatori, con i quali ha già avuto incontri, dialoghi e confronti. “sono stato molto chiaro col presidente, prima di parlare di altri aspetti economici e contrattuali, ho voluto la rassicurazione che avrei deciso io chi sarebbe rimasto e chi poteva magari prendere altre strade fuori da Napoli. Su questo sono stato molto categorico e molto chiaro. Se parliamo di ricostruzione e parliamo di dar via i giocatori è tutto un contro senso. Ho trovato la condivisione al 200% da parte del presidente e del club. Ho parlato con tutti i ragazzi, li ho chiamati tutti per far conoscere le nostre idee e orientamenti. Ho sentito anche loro cosa avevano da dirmi. Però alla fine poi se ci sono dei problemi li risolvono, perché la decisione è sempre mia. I giocatori che fanno parte del progetto saranno al 200% giocatori del Napoli, questo deve essere chiaro a tutti. Visto che c’è chi parla di confusione a Napoli. Qui non c’è nessuna confusione, c’è chiarezza di idee. Sappiamo cosa fare e lo faremo“.

DE LAUTENTIIS SU DI LORENZO E KVARA

È il presidente De Laurentiis ad entrare nello specifico dei casi Di Lorenzo e Kvaratskhelia. “Il capitano è un giocatore straordinario – ha dichiarato il presidente azzurro – ed anche un uomo di grande livello. Io posso capire che si sia sentito un attimino abbandonato e sfastidiato nelle ultime partite, io gli ho spiegato che per me era impossibile abbandonare una persona come lui. I giocatori però sono persone giovanissime e si possono caricare ma anche scaricare. Speriamo che l’Europeo possa ristabilire una certa serenità. Con Kvara non ci sono problemi perché abbiamo un contratto: gli faremo una proposta di cambiamento contrattuale e comunque i problemi non li vedo per lui. Poi ci può essere anche chi contra legem fa contatti coi giocatori senza essere stati autorizzati dal club“.

CONTE SU OSIMHEN

Faccio giusto una chiosa finale su quello che aveva detto prima il presidente – ha continuato Conte – sottolineando un fatto fondamentale per me. Di Lorenzo oltre a essere un giocatore top: capitano del Napoli, ha vinto scudetto ed Europei. Lo considero una persona molto perbene ed importante anche nello spogliatoio – lo stesso dicasi per Kvara – io penso che l’anno scorso la frustrazione abbia portato anche a situazioni non limpide. I giocatori sanno benissimo che ci sono difficoltà, siamo uomini e bisogna rimboccarsi le maniche tutti insieme. Ricominciare quest’anno sapendo che deve essere un’occasione di rivalsa”.

E su Osimhen, senza peli sulla lingua: “Per quanto riguarda Osimhen così come sapevo benissimo sia della situazione di Kvara, Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, su cui io ho posto un veto assoluto, so benissimo della situazione Osimhen. So che ci sono degli accordi col club, è una situazione totalmente diversa, a cui io assisto. Poi se mi chiedete del calciatore, è un calciatore di altissimo livello, ma io non posso entrare in nessun discorso su Osimhen perché si tratta di accordi precedenti“.

DAL RITIRO, AL MERCATO, AL REPARTO DA MIGLIORARE

Sicuramente c’è tanta voglia di riniziare la nuova stagione. Parlando con il club, quando succedono annate come la scorsa, non bisogna comunque farsi prendere dal panico. Bisogna essere freddi, analitici, fare le giuste considerazioni e prendere le giuste decisioni. Io penso che come rosa di giocatori, la maggior parte di loro verrà confermata. Perché li considero dei giocatori validi sotto tutti i punti di vista, non solo tecnico-tattico ma anche come uomini

I numeri spesso non dicono la verità, però comunque debbano far fare delle riflessioni. L’anno scorso il Napoli ha preso 48 gol, ha finito per essere la decima peggior difesa del campionato, e stranamente siamo finiti decimi. E la cosa che lascia un pochino sconcertati è che abbiamo subito 27 gol in casa, giocando al Maradona, la 15esima peggior difesa. In trasferta invece solamente 21 gol subiti che sarebbe la quinta miglior difesa. Quello che sicuramente bisogna fare è trovare un equilibrio“.

TESTA BASSA E PEDALARE

Quello che io non posso promettere è sicuramente la vittoria, perché vince solo una. Posso promettere che iniziamo un percorso dove possiamo essere competitivi per la vittoria. Poi sapete bene che ne vince solo una ed è molto difficile. Lo dico spesso, testa bassa e pedalare, noi dobbiamo parlare poco, c’è poco da fare proclami. Facciamolo con i fatti non a chiacchiere. Sono la persona del fare, non sono il tipo di vendere aria fritta. Non sono neanche troppo paziente, questo purtroppo o per fortuna è la nostra forza. Noi dobbiamo solo stare zitti quest’anno“.

L’ESEMPIO, PRIMA E MIGLIORE SCOSSA

“Io penso che la scossa la si dia sempre con l’esempio. Penso che chi è a capo di un gruppo, chi dovrebbe essere un leader, tu la leader te la conquisti con l’esempio non chiedendo. Come ho sempre fatto penso che sarà l’esempio verso i miei giocatori, io sono pronto a proteggerli su tutto, sono pronto a mettermi davanti a tutto, però loro mi devono dare tutto. Questa è la base proprio del rapporto. Una cosa che mi fa arrabbiare è quando non vengo corrisposto nella maniera giusta. Questo sicuramente mi fa capire che alcuni non sono adatti al mio modo di pensare. All’inizio è sempre tutto rose e fiori, all’inizio son tutti disponibili. Il problema è che spesso non sanno le difficoltà del percorso, la fatica, le lacrime, il sudore. E tanti che fanno: come la tappa del ciclismo, piano piano li perdi. Io mi auguro di trovare tanti giocatori pronti a voler seguire questo percorso, perché una volta che lo segui e arrivi alla fine, sicuro al 100% che questo percorso non lo abbandoni più. Una volta che arrivi alla fine lo fai tuo e diventi un vincente“.

Aniello Renga