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MADDALONI- Oltre la solidarietà e non solo la solidarietà. Anche il Pd di Maddaloni scende in campo nella mobilitazione “affinché si faccia chiarezza sulla gestione del deposito Logista di Maddaloni”. Una linea unica che passa dai sindacati confederali e autonomi, alle istituzioni e ai partiti politici. “La solidarietà e la vicinanza alle 108 famiglie colpite agli operatori di un comparto strategico, tutt’altro che in crisi, è la precondizione per dire -spiega Antonio Giannini (Pd circolo di Maddaloni)- che siamo pronti a difendere il territorio e i lavoratori

Territorio e lavoratori significa, infrastrutture e occupazione?

Significa difendere gli asset produttivi territoriali che non possono essere sacrificati, non già perché è arrivata una crisi di mercato o finanziaria, ma per una scelta che sacrifica, sull’altare della massimizzazione dei profitti, l’occupazione, le maestranze, le risorse sociali. Uno scenario mai visto prima e che è inaccettabile. Questa non è politica del lavoro e dello sviluppo, è pura logica finanziaria come hanno detto in questi giorni tutte le organizzazioni sindacali.

Quindi il primo passo che auspicate quel è?

Si parte subito da un richiesta non negoziabile: revocare subito la decisione, economicamente, industrialmente e socialmente inaccettabile, della chiusura dello stabilimento di Maddaloni.

E subito dopo?

Fatta questa premessa, bisogna superare la logica della trattativa locale. Bisogna far intervenire il Ministero per lo Sviluppo e poi la Regione Campania e la Prefettura. Ripeto: lo smantellamento di questo magazzino non è giustificabile in alcun modo. Tanto di più in un contesto sociale che già soffre di una grave crisi per ripetute dismissioni aziendali. Inoltre, stiamo parlando di un territorio su cui si stanno concentrando sforzi, anche con il Recovery found, per colmare il gap con le altre aree del Paese e dell’Europa. La scelta di Logista va nella direzione opposta: proprio per questo, devono intervenire tutti i livelli istituzionali.

Il Pd parla insistentemente di territorio, perchè?

Perché dobbiamo fermare la desertificazione produttiva. Stiamo assistendo ad un fenomeno inquietante: la migrazione delle aziende Del Mezzogiorno verso il Nord. I costo sociali ed economici sono incalcolabili.

Senza lavoro non c’è futuro…

Senza lavoro non c’è sviluppo. Non possiamo smantellare anche le realtà sane che non hanno problemi di mercato.

Nel caso di Logista, l’azienda parla di decrescita di fatturato e previsioni a lungo termine, non di incremento di produzione…

Nel caso di Logista, numero e bilanci alla mano, la crisi non c’è. Né quella di mercato e né quella produttiva. E poi stiamo parlando dell’indotto dei Monopoli di Stato. Altro che concorrenza. Diciamo a chiare lettre che l’annunciata riorganizzazione aziendale è solo tesa ad incrementare i profitti già alti. facciamo chiarezza non si sta parlando di crisi. E la cosa più irricevibile è che l’incremento dei profitti deve essere fatto pagare dalle famiglie e dai lavoratori. Questo non è accettabile,. Non è pensabile. Non è ammissibile. Pertanto, il coordinamento del Pd di Maddaloni esprime totale e incondizionata vicinanza alle famiglie e ai lavoratori. Condividiamo gli orientamenti sindacali e pertanto seguiremo questa vicenda da vicino. E’ il momento di accende i riflettori su questa vicenda.

Cosa fare, da subito?

Cose molto concrete. Primo: fermare il trasferimento di uno stabilimento in salute. Secondo: fare chiarezza sulle strategie industriali, a livello locale e nazionali, su un settore strategico con l’obiettivo che queste vicenda non abbiano più a ripetersi. Terzo: fare chiarezza sulla gestione di una azienda privata, multinazionale spagnola, che vanta anche nel periodo della pandemia un utile di 74 milioni di euro.

Cosa irrita di più il coordinamento del Pd?

Anche i lavoratori della Logista sono stati tra quelli che non hanno mai smesso di lavorare nei momenti più bui e critici della pandemia. hanno lavorato senza sosta, senza sicurezza, senza vaccini e senza dispositivi individuali adeguati. Li abbiamo chiamati eroi. Adesso, siamo passati dalla celebrazione mediatica, forse esagerata, alla dimenticanza più assoluta. Sono diventati degli esuberi. E questo è altrettanto esagerato. Adesso, diciamo basta.

Redazione