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Aveva 80 anni ed era da tempo gravemente malato. Si è spento al San Raffaele di Milano. Lunghissima la scia di successi con il brano del 1983 che gli ha dato la fama internazionale

E’ un lutto che tocca il cuore di ogni italiano e non solo degli appassionati di musica. Dopo una lunga malattia è scomparso Toto Cutugno, uno dei rappresentanti massimi della melodia italiana. Un artistia famoso in tutto il mondo con un curriculum incredibile di successi come autore ed interprete. Aveva 80 anni ed è morto al San Raffaele di Milano dopo la situazione era divenata gravissima negli ultimi giorni.

1980: debutto a Sanremo e vittoria con “Solo Noi”

Campione d’Italia e d’Europa della musica con la vittoria al Festival di Sanremo nel 1980 con “Solo Noi” e all’EuroFestival nel 1990 con “Insieme 1992” (GUARDA IL VIDEO). Gli esordi con il gruppo degli Albatros dopo aver scritto per grandi nomi della musica internazionale. Simbolo indiscusso del Festival di Sanremo dove ha partecipato per quindici volte raggiungendo vette altissimi e cinque secondi posti. Da “Serenata” ad “Azzurra Malinconia“, da “Figli” a “Le mamme“, da “Emozioni” a “Un falco chiuso in gabbia“.

Una foto di Toto Cutugno anni ’80

Lunghissima la lista dei successi scritti per i colleghi. Da citare “Noi ragazzi di oggi” per Luis Miguel, rivelazione assoluta di Sanremo 1985, passando per “Io amo” per Fausto Leali, “Io per le strade di quartiere” per Franco Califano e la meravigliosa “Il sognatore“, sublime ritratto affidato alla voce di Peppino Di Capri.

Vittoria al Festival di Sanremo nel 1980 (seguita da cinque secondi posti) e all’EuroVision nel 1990. Tanti brani di successo scritti per i colleghi

Nel 1990 l’accoppiata al Festival con Ray Charles con il brano “Gli Amori” (GUARDA IL VIDEO) che diventerà l’ennesimo successo voluto anche da Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini nella colonna sonora del film “Non ti muovere” del 2004. Naturalmente merita un capitolo a parte “L’Italiano“, il brano che lo ha consacrato nel mondo e che molti definiscono il vero inno nazioanle del nostro Paese.

Scritto per Adriano Celentano (il finale originale era “Sono Adriano, un italiano vero“), Toto Cutugno lo portò a Sanremo nel 1983 dopo il rifiuto del Molleggiato. Ovviamente secondo posto ma successo senza eguali da milioni di copie. Fotografia di un’Italia con un partigiano come Presidente (Sandro Pertini), le calze nuove nel primo cassetto e l’attesa per la moviola la domenica in TV. “L’Italiano” sarà la canzone cantata per caso che ha consegnato Cutugno alla fama mondiale.

Sempre snobbato dalla critica (leggendarie le sue liti con i giornalisti), Toto Cutugno è stato uno straordinario poeta naif con il potere in quei versi apparentemente semplici ma capaci di camminare con le vite di tutti noi. Amatissimo da almeno quattro generazioni, lascia uno straordinario patrimonio musicale. Un “Italiano Vero” che non ha mai rinnegato il suo stile e soprattutto la sua scrittura. Da non dimenticare anche le esperienze televisive come conduttore: “Domenica In“, “Piacere RaiUno” e “Stasera mi butto” tra i programmi più popolari.

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Vincenzo Lombardi