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È ancora emergenza 118. Ieri entrambe le ambulanza di Caserta erano prive del medico a bordo. Almeno fino alle 15, quando è stata presa la decisione di dirottare un medico da Maddaloni verso il capoluogo, col risultato di sguarnire anche la città delle Due Torre. Il servizio è stato garantito, nel frattempo e sulle due ambulanze rimaste senza medico, da due autisti e due infermieri professionali, che in realtà sarebbero dei volontari. E ciò è accaduto in un’area dall’utenza enorme e presso un pronto soccorso, come quello di Caserta, ad alta frequentazione. Solo lo scorso 12 febbraio, le cronache del giorno (leggi qui) dovettero riportare il decesso di un trentacinquenne e denunciare l’assenza del medico a bordo dell’ambulanza che accorse, portò alla luce la carenza di personale medico al 118.

Solo pochi giorni fa il bando per l’assunzione di medici da destinare al 118, di cui cinque per Caserta. Nel frattempo il settore dell’emergenza sanitaria viene demandato all’instancabile opera dei volontari della Misericordia. Volontari, perché ufficialmente non sono lavoratori dipendenti della Misericordia che svolge il servizio in regime di prorogatio. Come riportato nello stesso articolo linkato sopra l’ASL ha ancora in essere la gara per l’affidamento del servizio, che sia avvia a conclusione. Il servizio continua con la Misericordia di Caivano, o meglio la ex Misericordia, visto che a seguito di tantissime denunce arrivate alla Confraternita Nazionale, anche dopo diversi servizi televisivi, il Governatorato Nazionale non ne riconosce più l’appartenenza.Tranne gli stemmi e la denominazione che sono stati rimossi dalle ambulanze (sostituita con l’acronimo MdC) nulla è cambiato: i lavoratori restano volontari. Gli infermieri professionali, proprio quelli che in questi giorni sono costretti a sostituirsi ai medici pur di prestare soccorso, curare, a volte realmente salvare vite non sono lavoratori ma volontari. E se le denunce in tutta la Campania hanno sortito effetti, a Caserta meno di meno. Si lavora a cinquanta euro al giorno, per turni di lavoro di dodici ore con modalità rimborso. Contro legge, per intendersi: l’attività del volontario non puo’ essere retribuita in alcun modo nemmeno dal beneficiario nemmeno con rimborsi fortettari, se non per le spese effettivamente sostenute e documentate per l’attività prestata. Sono in ogni caso vietati rimborsi spese di tipo forfetario. Cinquanta euro al giorno per dodici ore di servizio che spesso diventano ventiquattro perché basta che un solo infermiere od autista prenda la febbre e via al doppio turno consecutivo di servizio. Nessuna tutela previdenziale né assistenziale; alcun adempimento di sicurezza sul lavoro: gli operatori sanitari provvedono in proprio ai vaccini, agli antibiotici e alla profilassi visto che l’emergenza può riguardare anche epidemie. L’importante è mettere il pane a tavola? Mica vero! Solo una settimana fa sono stati erogati i rimborsi di giugno, con quattro mesi di ritardo. E la Confraternita della Misericordia di Caivano, benché diffidata dall’utilizzare ancora questa denominazione, è ammessa al nuovo bando e ne è candidata all’aggiudicazione finale.

Redazione On Line