00 5 min 9 mesi
La storia amministrativa recente, le prospettive e i consigli per un intervento efficace

MADDALONI- Il centro storico da recuperare. Un patrimonio immobiliare da salvare e sottoservizi al collasso. Lettera aperta e consigli su come intervenire nel centro storico dimenticato

Il testo della lettera aperta

Al Signor Sindaco comune di Maddaloni Andrea De Filippo; Assessore Lavori Pubblici ed Urbanistica Ing. Nicola Corbo; Al Dirigente Ufficio Tecnico Ing. Fortunato Cesaroni; Al responsabile delle strade e della viabilità Geom. Francesco Cerreto; al Comando dei VV.UU (vigili urbani) c.so Ottobre

OGGETTO: INDICAZIONI E CONSIGLI PER EVITARE L’ESECUZIONE DI CONTINUI INTERVENTI DI MANUTENZIONE ALLA RETE IDRICA DELLA ZONA DEI FORMALI.

Tali interventi aumentano in maniera esponenziale per numero; con notevoli disagi dei residenti; con enormi perdite di acqua “bene preziosissimo” per non parlare dei tempi di ripristino del manto di basolato che specie sui Formali risulta lungo, faticoso e costoso.
Il sottoscritto Arch. Antonio Mereu, in qualità di residente del “Borgo dello Pescara” che si identifica in porte con i Formali, con la presente vuole indicarVi e consigliarVi che si ponga fine o questi interventi “rattoppi” alla rete idrico di Via dei Formali e delle stradine laterali. Quando il sindaco Gaetano Pascarella, per il tramite dell’Assessore Michele Vinciguerra decise di dare un segnale forte in contro tendenza con le scelte politiche del tempo, con due interventi di rifunzionalizzazione sui due quartieri storici quello dell’uliveto “Pignatari” e quello della Pescara “i Formali” non pensò affatto agli effetti che si sarebbero innescati. Per quanto riguardo i Formali, l’amministrazione e l’U.T.C, si rivolse al prospero e fecondo “Comitato di quartiere” di S. Margherita VeM e dei Formali, che collaborò per l’intera fase, sia ideativa che realizzativa. L’intervento, risultò, il primo realizzato dall’Ente su scala urbanistica (centro storico) che aveva lo scopo di sostituire semplicemente la rete idrica, l’illuminazione pubblica e anche (dopo forti pressioni del comitato di quartiere) la rete fognario. Ma le implicazioni, che scaturirono da tale intervento, non furono soltanto estetiche o tecnologiche. Tale intervento, con il recupero funzionale dello chiesa generò delle forti emozioni che si trasformarono in condivisione delle scelte, attaccamento al proprio territorio ed al proprio quartiere, generando da parte dei residenti un “recupero edilizio diffuso”. I Formali diventarono di fatto “il salotto buono” di Maddaloni ma tutto ciò, doveva ancora essere sostenuto dall’Ente in questa sua potenzialità e consolidarsi attraverso la creazione di una microeconomia auto-rigenerante. Questo processo purtroppo si è interrotto.

La necessità di scelte radicali

Occorre ripartire, iniziare di nuovo dalla visione- dì quel momento. Bisogna fare delle scelte, radicali ed una di queste e senza dubbio la realizzazione di una rete idrica ex novo in sostituzione di quella esistente. Gli interventi di manutenzione che consistono in semplici rattoppi dello rete aumentano ormai in maniera esponenziale. Non sono risolutivi, aumentano il disagio dei residenti con l’aumento delle perdite di acqua -bene preziosissimo. Per non parlare dei tempi di ripristino del manto di basolato che specie sui Formali risulta lungo, faticoso e costoso. Ma l’altro aspetto da considerare e certamente non trascurabile, sono i danni che tali perdite determinano all’edilizia esistente in considerazione dell’orografia dì questa porte del territorio. Ormai basta percorrere le stradine di accesso (i vari formali) che consentono il collegamento dello parte bassa (Via F. Massimo) con quella più alta di Via dei Formali, per accorgersi, del numero impressionante di interventi effettuati, che si evidenziano nella diversa colorazione dell’impasto di sottofondo dei basoli rimossi e poi risistemati rispetto a quelli dell’area circostante. Su alcune stradine di accesso, se ne contano quasi una decina (di interventi) in pochi metri quadrati. Bisogna rifare l’intera rete idrica sostituendo quella esistente. Dopo questo fase, bisogna tornare a quella “visione” iniziale curando questa parte di territorio per aumentarne la recettività favorendo l’installazione di fontanine, panchine, fioriere, piante di arredo urbano, cestini, attrezzando qualche slargo con giostrine per bambini e dotando le stradine per entrambi i lati dì idonei corrimano. Tutto ciò con materiali idonei, in tema e rispettosi dell’ambiente. Questo territorio deve essere attrattivo, rispondente alle esigenze dei residenti ma specie di bambini, giovani ed anziani. Scusatemi per la mia ingerenza, scusatemi per la mia impertinenza, ma purtroppo non riesco o rassegnarmi all’idea che queste che io chiamo “visioni” non possano diventare una realtà condivisa. Con la speranza che queste mie siano accolte vi porgo distinti saluti. Maddaloni 18.07.2023
Arch. Antonio Mereu/ cittadino

arch. Antonio Mereu

Redazione