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Dopo Mazzarri al Napoli, il Napoli prova a tornare mazzarriano. La squadra ha deciso da tempo di non essere più spalletiana nel modo di giocare ed intendere il calcio. L’ha capito Walter o forse sarà solo per timore di scoprire troppo il fianco destro, ma il Napoli del primo tempo ha difeso praticamente sempre a 5, con un 3 – 4 – 1 – 2 non usuali dalle parti del Maradona.

Kvaratshkelia più vicino a Raspadori, libero di spaziare da un fronte all’altro dell’attacco; Anguissa, sottopunta in quello sarebbe il naturale ruolo di Zielinski, è l’unico ad andare al tiro in porta da ottima posizione.

Per buoni 30 minuti, il Napoli ha rinunciato al pressing in fase di non possesso, lasciando spesso il pallino del gioco al Monza. Anche in fase di attacco, gli esterni bassi hanno rinunciato fin a subito alle sovrapposizioni, anche perché l’assenza di Oshimen con consente lo scarico avanti e le palle alte.

Negli spogliatoi, però, Mazzarri avrà chiesto alla squadra di fare quello che ha saputo fare fino allo scorso anno. Il tricolore, infatti, è ancora sulle maglie azzurre. Il secondo tempo è tutta un’altra musica. Mario Rui ritorna protagonista sulla sinistra, Meret tra i pali: para un rigore che poteva essere una catastrofe, benché infortunato.

Quelle mani sul pallone hanno risvegliato il Diego Armando Maradona, fino ad allora silenzioso: i fischi del pubblico hanno letteralmente terrorizzato il calciatore del Monza.

Il Napoli ritorna spallettiano e Mazzarri torna Mazzarri: cartellino rosso e allontanato dalla panchina per la prima volta dal suo ritorno a Napoli.

Finisce in parità Napoli – Monza, ma anche il Napoli mazzarriano del primo tempo e quello spallettiano del secondo tempo.

Si conclude senza vittoria, il 2023 calcistico; l’anno che sarà comunque ricordato per sempre come l’anno del terzo scudetto.

Aniello Renga