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di Salvatore Nappo

Questo 8 Marzo 2023 assume un importante significato e non perché è il solito 8 Marzo celebrativo come lo conosciamo ogni anno, questo 8 Marzo 2023 assume il significato della battaglia delle Donne iraniane che da Settembre scorso, dopo la morte in carcere di Mahsa Amini una ragazza 22enne  di origine curda uccisa a Teheran perché non portava l’hijab, il velo, in modo corretto, lottano per la loro Libertà, per il loro diritto all’Istruzione, per il loro diritto a Vivere. Può sembrare paradossale ma nascere donna in Iran ed in altri paesi dove vige la Sharia, la legge islamica che pone le sue fonti direttamente nel Corano, è una iattura, per questi paesi dove vige la dittatura teocratica degli ayatollah, la donna è considerata un vero e proprio scarto, un oggetto, una “cosa”, le donne non hanno alcun diritto, pensate per loro è vietato perfino andare in bicicletta, figurarsi non indossare bene l’hijab, il velo che le donne musulmane hanno l’obbligo di indossare, in Afghanistan addirittura le donne devono indossare il Burqa, ossia un vestito che le copre tutte anche il volto.

Dopo la morte di Mahsa Amini in Iran le manifestazioni si sono acuite, eppure è da

almeno quarant’anni che le donne iraniane sfidano le autorità e i loro apparati, come la polizia morale, lasciando scoperti diversi centimetri di capelli. Un gesto che rivendica la storia: “Dopo quarantaquattro anni di repressione le ragazze ereditano questa forte indole alla rivoluzione dai propri genitori e nonni che, prima di loro, hanno combattuto per la libertà”.

Si è una battaglia di Libertà quella delle donne iraniane, è un 8 Marzo dall’ “approccio rivoluzionario” quello che si apprestano a vivere le donne iraniane. Una giornata che è “l’occasione per ribadire la loro voglia di autodeterminazione e di libertà”. Ma purtroppo questa “rivoluzione” viene repressa in modo brutale e feroce, sono addirittura circa 5.000 le studentesse che sono rimaste intossicate dopo avere inalato inavvertitamente gas tossico a scuola, non solo siamo a 19.000 persone arrestate, 525 manifestanti uccisi, di cui 71 bambini, oltre 100 donne in carcere, 94 persone giustiziate nei primi due mesi di quest’anno (fonte Amnesty International), questa è la brutalità della Repubblica Islamica dell’Iran, un orrenda scia di repressione nel sangue soprattutto delle donne che non può lasciarci indifferenti, perché quelle donne iraniane lottano non solo per la loro Libertà ma lottano per la Libertà di tutte le donne che nel mondo sono considerate esseri di seconda scelta.

La donna è il motore del mondo e non solo l’8 Marzo, lo è da sempre e lo sarà sempre di più, siamo anche noi al fianco delle donne che lottano per i loro diritti, per la loro autodeterminazione, per il loro diritto allo studio, per il loro diritto alla vita, ed è impensabile che ci siano paesi che, con la loro assurda legge islamica, impediscano ed addirittura intossichino con il gas  ragazze e bambine al fine di non farle andare a scuola.

Poi ci viene in mente la tragedia di Cutro, ripensiamo con dolore quelle 72 bare e ad altre almeno 25 persone che sono ancora disperse in mare, quelle persone erano in gran parte afgane e iraniane, si sono imbarcate dalla Turchia, pagando migliaia di dollari per scappare da una vita impossibile, dall’orrore, dal terrore per  Sperare in una vita possibile in Europa, non certo in Italia, e lungi dal polemizzare con gli esponenti del governo e della maggioranza che non ci hanno convinto per nulla e non hanno convinto la maggioranza degli italiani, perché c’è un indagine della Procura di Crotone in corso ed in avanzato stato di acquisizione dei fatti, però non possiamo non ricordare alcune frasi molto pesanti pronunciate da questi signori del governo italiano che ci fanno davvero rimanere inorriditi, quelle persone, quelle ragazze, donne, madri, bambini non accompagnati, rappresentano il desiderio e il diritto a Vivere, rappresentano il desiderio e diritto ad andare a scuola, studiare, progredire, rappresentano il desiderio e diritto alla Libertà, rappresentano il diritto ad essere Cittadini del mondo anche a costo di “migrare” dalla propria terra, dove la vita significa morte, per ricominciare a vivere in un altro paese, e se non capiamo questo allora siamo alla barbarie.

Infine anche noi ci uniamo al grido delle ragazze e studentesse iraniane : Donna, Vita, Libertà in memoria di tutte le donne uccise, violentate, torturate, offese, soggiogate, nel corso di questi ultimi 6 mesi e che il loro grido arrivi in ogni angolo della terra.      

Redazione