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MADDALONI- Ci mancava solo la corsa ai rimborsi per offuscare un’immagine dei dipendenti comunali (oggi in declino anagrafico e soprattutto numerico) compromessa. Non ci riferiamo ai fatti giudiziari, per i quali vige solo ed esclusivamente il principio di responsabilità individuale, ma alla mole di disservizi accumulati in questi anni. Adesso, si batte cassa: sono molti (forse troppi) i dipendenti che rivendicano di «aver svolto mansioni superiori al profilo di assunzione» e quelle spettanti ai funzionari o di aver «esercitato di fatto funzioni dirigenziali mai riconosciute». Il comune dovrebbe versare, fatto un pò di conti, circa un milione di euro: c’è sul tavolo la richiesta (di un solo dipendente) stellare di circa 600 mila euro. Poi sommate le aspettative degli alti gradi della Polizia Municipale, dell’Area servizi alla Persona e servizi finanziari con gli interessi maturati e le spese legali, sarà il Giudice del Lavoro  ad «accertare e dichiarare il diritto dei ricorrenti alle differenze retributive per aver svolto, anche per periodi limitati, mansioni superiori o appartenenti al livello Dirigente secondo il contratto nazionale del lavoro». Fatti salvo i diritti dei ricorrenti, sembra che i n questa storia surreale ci sia molto principio di emulazione, il tentativo di provarci e pure la beffa. Dopo avere svolto (cosa tutta da dimostrare) mansioni altre, grazie al placet degli amministratori di turno, e quindi goduto di condizioni di riguardo si passerebbe all’incasso. E dovrebbe pagare Pantalone. Un’altra brutta pagina. E’ dal 2006 che il Comune di Maddaloni (nella qualità di datore di lavoro) è quello della Provincia di Caserta con il più alto numero di contenziosi con i dipendenti. E anche questo, sempre nel rispetto dei diritti dei singoli, scava un fossato ancora più profondo (se fosse possibile) tra la città e i dipendenti comunali, ormai che perseguono logiche autoreferenziali, personalistiche, corporative.

Redazione