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MADDALONI- Il silenzio, la mancanza di risposte, l’assenza di chiare regole e di trasparenza nella gestione degli spazi comunali hanno superato il limite di sopportazione. E adesso si mette nero su bianco. Il consigliere comunale Angelo Tenneriello (Maddaloni Positiva) presenta una interrogazione, che è anche una denuncia, sulla mancata regolamentazione non equanime degli spazi comunali.

Siamo alle solite. Non ci sono risposte sui criteri, le regole, le modalità di utilizzo del centro polifunzionale ex-macello?

Sono mesi che sollevo, in tutte le sedi deputate a partire dalla commissione consiliare “Garanzia e Controllo”, interrogativi su chi, come e perchè occupa una sede destinata alle attività giovanile e per questo scopo finanziata dall’Unione Europea.

E quali sono le risposte?

La prima risposta è stata che, al momento, non risulta all’ente che sia stata concessa una qualsivoglia autorizzazione per un uso continuativo del plesso.

Caso allora chiuso…

No, il caso è apertissimo. Mi consta che la situazione sia più complicata. Quindi ho chiesto all’assessore al welfare (a cui afferisce la struttura) di rispondere per iscritto. Se dovesse esistere autorizzazione allora si apre un caso: vorremo sapere a qualche sodalizio è concesso l’utilizzo delle struttura, a che titolo e quali sono i costi. E soprattutto perchè, in un centro destinato ai giovani, ad alcune associazioni è permesso l’accesso ed ad altre no.

Insomma, qualunque sarà la risposta si apre un caso. Perchè anche se non ci dovesse essere autorizzazione solleverete interrogativi?

E’ ovvio. Facciamo una premessa: se esistono delle regole (relative all’utilizzo di spazi comunali) queste debbono valere per tutti. Se c’è l’autorizzazione sia resa pubblica. Se non c’è siano allora rese pubbliche le motivazioni delle disparità di trattamento. E’ un basilare principio di equanimità.

Sta sollevando anche una questione di uso illegittimo dei locali?

Grazie ai fondi europei l’ex macello ha una unica finalità: «Accogliere attività socio-culturali e non amministrative per i giovani». Quindi utilizzi diversi, puramente associativi, cineforum, lezioni di ballo, attività ricreative, informative, assistenziali, sociali o ludiche (tutte nobili e legittime) sono difformi dallo statuto voluto per l’ex macello. E poi c’è il capitolo dei costi di gestione: a partire dalle utenze, dalle responsabilità sul mantenimento della struttura e sui rischi per visitatori. In caso di infortunio o altro chi paga? Ma la cosa più paradossale che il “Forum dei giovani”, che avrebbe la sua casa naturale presso l’ex macello, si riunisce in biblioteca.

Insomma, è stato creato un contenitore per i giovani. E i giovani non ci sono?

Adesso, il tempo delle chiacchiere è scaduto: aspettiamo i documenti cioè la risposta scritta dell’assessore e le eventuali autorizzazioni concesse. E su questi documenti discuteremo. Vedremo se sono state rispettate le regole. Se si perchè non valgono per tutti. Se no, vedremo cosa vuol fare questa amministrazione per ripristinare norme che valgano per tutti. Carta canta.

Redazione