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MADDALONI- Enzo Elefante, artista maddalonese a tutto tondo. Molti anni vissuti in Italia in giro per le Accademie. E ora, docente all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, lavora, collabora e intesse rapporti con la Cina. Anche se l’emergenza Covid-19 ha fermato la sua mostra personale itinerante.

Il 2020 non sarà l’anno della personale a Pechino?

Non aprirà a Pechino la mia personale fissata per il 2020. Le opere restano ferme: non circoleranno e non potranno essere viste dopo aver peregrinato da Shangai, a Quanzhou (sud est della Cina) e prima anche a Wuhan (nord ovest).

Da un capo all’altro del mondo, in contemporanea, si vivono quasi le medesime restrizioni. La Cina ha vissuto il bloco totale e adesso la ripertenza. Come vedee tutto questo dal suo odedrevatorio privilegiato?

Facciamo un passo indietro. Io e i mie studenti, nelle settimane scorse, abbiamo vissuto e operato rimanendo tappati in casa. Tra Maddaloni, Napoli e la Cina si fa lezione on line. I corsi e l’assistenza didattica, di disegno e pittura (biennio dell’Accademia), si svolgono via mail, attraverso Whatsapp e i canali ufficiali formativi. La formazione teorica va avanti, qualche impedimento c’è nello svolgere  la totalità delle attività di laboratorio.

Come hanno vissuto i cinesi la chiusura e la ripartenza?

I cinesi, secondo quanto ho visto con i miei studenti e appreso dai loro contatti non la Cina, hanno messo in campo una fortissima e disciplinatissima azione preventiva. Tutti gli studenti di Napoli, dalla fine del primo semestre hanno smesso qualsiasi di socializzazione. Sono rimasti in casa, salvo le uscite per andare al supermercato. Sono andati in quarantena volontaria una specie di autoisolamento  cautelativo dall’inizio del mese di marzo indipendentemente dalla presenza di casi positivi. Una misura che, in realtà, coinvolge tutti i cinesi che vivono, lavorano e studiano in Italia.

E ora?

Adesso, con il medesimo approccio sistematico, stanno conducendo quella che per noi è la fase due.

Insomma, c’è una lezione cinese da imparare?

Se c’è una lezione consiste nella ferma autodeterminazione e nel rispetto delle limitazioni considerate come libera adesione ad un sistema preventivo, unico strumento capace di tutelare se stessi, gli altri e che garantisce un ritorno progressivo alla normalità.

Ma la pandemia ha interrotto un progetto molto ambizioso: un gemellaggio tra la Luxi (insediamento urbano millenario dello Yunan a sud Tibet), Matera e anche Maddaloni…

Si si tratta del progetto di rilancio e riqualificazione di aree urbanizzazione e antropizzazione plurisecolare che è rimandato all’anno prossimo. Per questo progetto, gli accademici cinesi (guidati dal maestro Wu direttore di arti figurative all’Università di dell’Università di Quanzhou) hanno visitato Maddaloni e in particolare i Formali.

Che c’entrano Matera e Luxi con Maddalonesi?

L’obiettivo ultimo è insediare anche nell’area pedemontana medioevale di Maddaloni una serie di attività artistiche per il rilancio delle aree stoiche disabitate. E’ quello che sta accadendo a Luxi, centro rurale rimasto intatto per secoli, che si ispira al modello di rivitalizzazione e rilancio dei Sassi di Matera.

E’ un progetto, proiettato nel futuro, molto ambizioso…

Il progetto in itinere prevede tre fasi. L’intento più abbordabile è far diventare il centro storico pedemontano lo scenario per l’ispirazioni di giovani artisti cinesi e italiani. Un modo per far capire di quali bellezze disponiamo e che non riusciamo a valorizzare. Secondo, rompere così l’isolamento culturale e soprattutto la rassegnazione che avvince chi è rimasto su questo territorio. Terzo, rilanciare la vocazione residenziale e in parte il ripopolamento di un centro storico rivisto con gli occhi dei giovani cinesi.

Redazione