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E’ necessario porre la dignità della persona umana al centro di ogni prospettiva e di ogni azione Gli altri interessi, anche se legittimi, sono secondari. Questo messaggio fu lanciato da Papa Francesco.
La nostra provincia, sicuramente oggi una delle ultime e a pensare che un tempo veniva chiamata, Caserta la provincia di terra di lavoro, oggi è completamente sprofondata, grazie ai politici regionali e nazionali.
Forse non tutti sono a conoscenza che i centri per l’impiego, ex collocamento, della Provincia di Caserta, distribuiti su tutto il territorio, dovevano gestire e produrre LAVORO, invece sono andati a finire in una realtà finita, in una sorta di limbo, per non scrivere altro.
Una situazione che si è incancrenita nel tempo, tra ritardi e conflitti di competenze e funzioni portando i centri per l’impiego della provincia di Caserta allo stremo.
Tutto il personale, ormai ridotto allo stremo ma che comunque quotidianamente continua a garantire la tenuta dei servizi in un quadro di estrema incertezza senza alcun segnale rassicurante. Nonostante impegni di governo e regioni, gli uffici dei centri per l’impiego sono sempre più depotenziati, con passaggi burocratici rallentati e dipendenti in agitazione, senza stipendio, che non sanno che fine faranno. Con la conseguenza di essere poco utili all’utenza che cerca di reinserirsi nel mondo del lavoro e di svolgere solo funzioni burocratiche.
Un disastro annunciato, dove una classe politica e sindacale inefficace e inefficiente ha fatto in modo di partorire una riforma fallita in partenza e bloccata successivamente dal referendum dove il personale dipendente istituzionalmente dalla Provincia, ma funzionalmente dalla Regione che decide e gestisce incarichi e personale, allontanando così questi ultimi da ogni aspetto decisionale sia per quanto riguarda l’analisi dei servizi e delle esigenze degli utenti e sia la programmazione delle attività.
I centri per l’impiego che potevano essere di grossa utilità, grazie sempre a questi incapaci sono diventati oggi servizi svuotati in termini di qualità e di valore aggiunto, mentre sono esponenzialmente aumentate le procedure burocratiche con la conseguenza che le potenzialità, professionali e di esperienza, vengono quotidianamente sprecate.
Se da un lato alcune cose possono essere risolte magari con il completo spostamento del personale dalle Province alla Regione , altre problematiche richiedono invece un intervento più complesso e di lungo raggio, come la “definizione di un modello organizzativo chiaro e strutturato con la previsione di un organismo di coordinamento intermedio di area vasta.
Oggi più che mai si sente la necessità di superare il sistema dell’avvalimento e stabilire con chiarezza da chi dipendono le politiche attive per il lavoro e il personale che assicura tali servizi, impinguare gli organici carenti e dotare i Centri per l’Impiego di strumenti e mezzi adeguati ad assicurarne la “mission pubblica”.
In queste ore se non arriveranno notizie confortanti, sempre se non verranno chiusi per motivi igienici ,sebbene stanno operando da mesi in una marea di difficoltà, i lavoratori continuano a erogare i servizi ai cittadini.
E non è da poco ma sono anni che stanno dimostrando che il loro ruolo è fondamentale, infatti, proprio dai centri per l’impiego dipendono importanti misure per il contrasto alla povertà. Eppure grazie ad una politica gestita da incapaci non sono mai stati coinvolti nelle decisioni importanti assunte nelle opportune sedi. Questo Governo e la Regione Campania sono chiamati con responsabilità a fare chiarezza su chi deve guidare e programmare il potenziamento delle politiche attive del lavoro. Tema delicatissimo in una regione e una provincia dove la disoccupazione – in particolare quella giovanile – ha una percentuale inaccettabile”.
bocchetti