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NAPOLI- (di Elio Bove) Ancora incertezze sulla trasparenza delle liste di attesa dai siti web delle Aziende sanitarie, secondo alcuni consiglieri regionali. Sono stati stanziati 350 milioni di euro in tre anni (2019-2021) nella Legge di bilancio 2019 per ridurre le liste di attesa e garantire più efficienza, responsabilità, trasparenza, facilità e semplicità. Se per una prestazione specialistica (prime prestazioni in classe di priorità) verrà superato il tempo massimo di attesa previsto per legge, il paziente residente potrà recarsi, secondo una specifica procedura, in una struttura privata convenzionata senza costi aggiuntivi. Con il CUP on-line i pazienti potranno consultare in tempo reale l’attesa relativa a visite e esami erogati in regime istituzionale o in libera professione nonché prenotare e modificare gli appuntamenti già presi. Il Piano nazionale di governo delle liste di attesa (PNGLA) 2019-2021 riconosce al paziente la possibilità di prendere visione della sua posizione nella liste di attesa per il ricovero facendone opportuna richiesta alla Direzione sanitariao alla Direzione medica ospedaliera. La regione che eccelle, in termini di tempi di attesa per le prestazioni mediche, è l’Emilia Romagna con una media di 30 giorni di attesa, a seguire Liguria e Campania, poi il Veneto, la Sicilia, la Lombardia, il Lazio, per ultima le Marche con una media di 110 giorni di attesa per una visita nella sanità pubblica. Nello specifico delle visite specialistiche, ad esempio per una visita ortopedica sono 19 i giorni di attesa in Emilia Romagna, contro addirittura i 91 giorni delle Marche.Quello delle liste di attesa rimane ad oggi un problema che si colloca in cima alla lista delle ragioni di insoddisfazione dei cittadini verso il servizio sanitario.Per quanto riguarda i costi delle prestazioni sanitarie, circa la metà risultano ridotti nel privato piuttosto che in intra-moenia, vale a dire attraverso l’utilizzodelle strutture ambulatoriali e diagnostiche dell’ospedale, ma a pagamento e al di fuori del normale orario di lavoro. È il caso, per esempio, della ecocardiografia, che in intra-moenia costa in media 109 euro, contro i 98 del privato. Insomma, non solo costi competitivi, in considerazione di tempi di attesa enormemente inferiori, ma addirittura spesso sovrapponibili o più economici dei costi sostenuti per il ticket. Questo spiega il sempre più frequente ricorso a spese ‘out of pocket’ (di tasca propria) per effettuare visite mediche private. La spesa privata dei cittadini, infatti, arriva a quasi 35 miliardi di euro, di cui ben il 92% a proprie spese.

Redazione