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Questa è una vicenda molto delicata, complicata e, ascoltando anche le voci dei residenti anche parecchio misteriosa.
Una storia che ha inizio circa un secolo fa.
Si, avete capito bene, cent’anni fa, quando una famiglia maddalonese fece una donazione ai Frati Cappuccini Minori di alcuni terreni adiacenti alla Chiesa di Santa Sofia.
L’obiettivo originario aveva un fine nobile che si traduceva nella costruzione di un orfanotrofio con i terreni agricoli che sarebbero dovuti essere usati, con l’ausilio dei coltivatori locali, per l’agricoltura per il sostentamento degli orfanelli e per dar vita ad un’attività senza scopo di lucro annessa sempre al mondo ecclesiastico-sociale.
Col passare dei tempi, alcuni di quei terreni, furono affittati con un contratto che prevedeva il diritto d’acquisto da un noto imprenditore di Maddaloni.
Parte di quei terreni furono effettivamente riscattati, altri ancora no.
Un business che va palesemente contro la volontà originaria del donatore che, come abbiamo scritto sopra, aveva tutt’altra idea.
Quei terreni agricoli, negli anni, furono oggetto di una variazione di destinazione d’uso, grazie anche alle amministrazioni che si sono succedute e alla compiacenza dovuta alla relazione tra alcuni esponenti del mondo Ecclesiastico con imprenditori locali.
Insomma, per dirla maccheronicamente, quei terreni furono acquistati per pochi spicci e col passare del tempo hanno assunto un valore importante dal punto di vista economico.
Maddaloni News ha raccolto dunque l’invito da parte dei residenti di via Cancello che vogliono vederci chiaro.
La Curia, sostiene che con quei soldi ricavati dalla vendita di quelle terre, effettivamente un orfanotrofio è stato costruito, precisamente in Romania (???).
Tra i vari progetti, ci hanno mostrato anche la sconsacrazione della Chiesa di Santa Sofia per costruirne una accanto molto più grande che prevedeva la realizzazione di centri sociali, una casa canonica con più aule, casa di riposo per il clero anziano, oratorio sport polivalente, oratorio bocciodromo, spogliatoi e teatro all’aperto.
Tornando ai giorni nostri, i residenti di via Cancello, hanno espresso la volontà di riappropiarsi di quei terreni non riscattati.
“E’ inammissibile che per riprenderci quello che doveva essere un bene comune, oggi dovremmo privarci di 7 appezzamenti di terreno per averne uno e mezzo, ossia la parte anora riscattata. A tal proposito, ma il contratto di locazione per il diritto di acquisto non dovrebbe essere scaduto?” Si chiedono i cittadini della strada periferica al confine con San Felice a Cancello.
Ed è proprio questo il nocciolo della vicenda.
I cittadini sarebbero anche disposti ad una colletta per il riscatto di quei moggi di terra ma a patto che il valore economico di quelle zone sia proporzionato all’effettiva valenza e soprattutto alla volontà originaria del donatore.
Su quei terreni i cittadini vorrebbero la realizzazione di un parco ricreativo, insomma un’area verde.
Un altro appezzamento di terreno, sempre a pochi metri dalla Chiesa di Santa Sofia, risulterebbe in concessione d’affitto ad un altro imprenditore maddalonese legato da un rapporto familiare ad un importante religioso molto influente sul nostro territorio. Un terreno che versa in condizioni che dal punto di vista igienico e sanitario costituisce anche una minaccia potenziale per i residenti.
Probabilmente questa è solo una prima parte di un’inchiesta molto delicata ma allo stesso tempo intrigante.
La comunità locale, in parole povere, chiede di vigilare affinché i desideri di una Famiglia possano essere esauditi, e ci riferiamo alla famiglia stessa che un secolo fa decise di donare alla Chiesa quei moggi di terra.
“Il cuore, la Chiesa ed il business costituiscono un triangolo inconciciliabile, noi vogliamo solo il bene della nostra comunità e soprattutto trasparenza” affermano i cittadini.

bocchetti